«Mio figlio ha il Coronavirus, io e mia moglie la febbre ma nessuno ci aiuta»: la denuncia di Ferruccio Sansa. Ma la Asl: «Seguite le procedure»
«Vi promettono che tracciano i contatti dei malati. Balle. Vi raccontano che useranno Immuni: fantascienza. Vi dicono che vi seguiranno mentre siete malati a casa: aspetta e spera». Inizia così il lungo post, pubblicato su Facebook, da Ferruccio Sansa, giornalista e politico ligure (candidato alla presidenza della Regione Liguria ma sconfitto da Giovanni Toti) che da giorni dichiara di vivere un vero e proprio incubo. Il figlio, di 15 anni, lunedì scorso è risultato positivo al Coronavirus: ha la febbre ma nessuno avrebbe provveduto – stando al suo racconto – al tracciamento dei contatti. Gli avrebbero chiesto soltanto il nome della scuola, ignorando invece il calcio, la palestra o gli scout che il ragazzo frequenta da tempo.
«Immuni? Non sappiamo cosa farne»
Quando i suoi genitori hanno chiesto all’Asl se potessero comunicare i dati di Immuni, visto che l’hanno sempre utilizzata, si sono sentiti dire: «Immuni? Non sappiamo cosa bisogna farne». Da quel momento, poi, è successo qualcosa di surreale: tutti sono «scomparsi» con l’Asl che, da giorni, non risponderebbe più al telefono. E adesso cosa fare? A chi rivolgersi? Intanto, a complicare ancora di più la situazione, sono le condizioni di salute sia del giornalista che della moglie. Lui, pur essendo risultato negativo a un primo tampone, ha la febbre a 38, le ossa rotte, non sente più gli odori e respira male: tutti sintomi compatibili con il Covid-19. La moglie, invece, ha la febbre, avverte spossatezza e ha l’olfatto azzerato. Ha il virus? Impossibile saperlo: ancora nessun esito del primo tampone.
«Centinaia di persone lasciate nella nostra stessa solitudine»
«Consola sapere che altre centinaia di persone in Liguria oggi sono nella nostra stessa situazione. Nella stessa solitudine. Gente che non fa il calciatore e non può fare migliaia di tamponi ogni weekend. Gente che non si chiama Trump, Berlusconi o Briatore» conclude Sansa.
La risposta della Asl
«La presa in carico del cittadino sospetto o positivo COVID da parte della ASL – al fine di rendere efficace l’azione diagnostico terapeutica – avviene tramite due diverse modalità di segnalazione», spiega la Asl di competenza in una nota: «la notifica da parte di laboratorio pubblico o privato di positività oppure tramite il medico di famiglia o pediatra di libera scelta attraverso il portale Poliss nel caso in cui il medico ritenga che il paziente pur non necessitando di ricovero ospedaliero non possa essere seguito dallo stesso direttamente per motivi ponderati».
Secondo la Asl, nel caso di Sansa «risulta siano state espletate tutte le procedure previste dai protocolli COVID 19 che prevedono la presa in carico della persona risultata positiva al tampone, l’intervista del caso per raccogliere informazioni sulla storia clinica e gli eventuali ulteriori contatti stretti del caso». Con l’accertamento del caso positivo «si è provveduto a mettere in sorveglianza attiva i contatti stretti programmando i due tamponi di verifica, di cui il primo è già stato eseguito. Nessuna ulteriore richiesta da parte del medico di famiglia ad oggi risulta pervenuta al Dipartimento di Prevenzione o agli Uffici della Direzione Sociosanitaria». La Asl promette di mettersi in contatto con il medico della famiglia Sansa «per verificare eventuali necessità di supporto, tuttora non espresse, nella gestione dei pazienti che allo stato attuale ci risulta siano direttamente seguiti, come peraltro si cita nella nota».
Foto in copertina: FACEBOOK/FERRUCCIO SANSA
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