Coronavirus, i numeri in chiaro. Sestili: «Settimana prossima arriveremo a 20mila casi. A novembre terapie intensive in affanno»

di Fabio Giuffrida

Il fisico: «La situazione ci è sfuggita di mano». E sull’app Immuni dice: «Esperienza negativa, ci stiamo perdendo tantissimi casi»

«Servono misure forti adesso, sarebbe troppo tardivo un lockdown durante le festività natalizie. In quel caso avremmo già le terapie intensive intasate. Sarebbe una catastrofe, dobbiamo agire prima. Serve un coprifuoco, una chiusura alle 21 per bar e ristoranti ma anche una rinuncia a svago, sport e divertimento, dalle palestre alle discoteche». A parlare a Open è Giorgio Sestili, fisico e divulgatore scientifico. I numeri di oggi non sono per niente incoraggianti: 10 mila casi di Coronavirus in appena 24 ore con 165 mila tamponi; aumentati anche i ricoveri in terapia intensiva.


«Tra tre settimane terapie intensive in affanno»

E a proposito di dati, «il tempo di raddoppio è ancora di 6-7 giorni, questo significa che la prossima settimana sfioreremo i 20 mila contagi al giorno. Senza misure di contenimento, dunque, raddoppieremo il numero di casi. Le terapie intensive tra tre settimane saranno piene al 30%. Dunque sarà emergenza». Per questo motivo, oggi più che mai, si rende necessario un nuovo Dpcm e «non quello del 13 ottobre, del tutto inutile»: «Abbiamo avuto mesi per prepararci alla seconda ondata, per consentire ai nostri ragazzi di andare a scuola in sicurezza, per attrezzare gli ospedali, per organizzare bene il contact tracing. E, invece, questi sono i risultati. E pensare che in Cina, Corea del Sud o a Taiwan hanno il controllo totale dei contagi».


«La situazione ci è sfuggita di mano»

Ma il vero dramma – già sottolineato da Walter Ricciardi, consulente del ministro della salute – è che il sistema di tracciamento è già andato in tilt: le Asl, con questi numeri, non riescono più a risalire a tutti i contatti dei positivi. È impossibile. «La situazione ci è sfuggita di mano, le Asl vanno in affanno, ci stiamo perdendo tantissimi casi, pazienti liberi di circolare e dunque di infettare. Non siamo più in grado di tracciare. Non ci siamo organizzati in tempo: in Corea del Sud, ad esempio, hanno assunto 10 mila operatori telefonici per il contact tracing. Noi niente».

«La mia esperienza con Immuni»

E sull’app Immuni: «Ho sempre detto a tutti di scaricarla, ora posso dire che così rischia di diventare inutile, di non funzionare bene. E lo dico per esperienza personale. Io, al momento, sono in auto-isolamento, dopo aver cenato con un amico, poi risultato positivo. L’Asl non ha caricato il codice del mio amico per “problemi tecnici”, forse per un malfunzionamento dell’app. Chissà quante persone che, come me, l’hanno incontrato e sono ancora in giro senza sapere che lui è positivo al Covid. Ma si può? Bisognerebbe consentire al paziente stesso di segnalare direttamente sull’app la propria positività al virus, senza passare dall’Asl». E sui vaccini taglia corto: «Danno i numeri al lotto, c’è chi dice 2021, chi 2022 ma la realtà è che il vaccino al momento non c’è».

Grafiche di Vincenzo Monaco

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