Senato, Marcucci (Pd) chiede a Conte la verifica di maggioranza: «Valuti se i ministri sono all’altezza dell’emergenza»

di Angela Gennaro

Il capogruppo dem a Palazzo Madama chiede anche «un comitato di sicurezza nazionale» per il confronto con le opposizioni. La replica di Salvini: «Il centrodestra è pronto a collaborare ma non vogliamo mezza poltrona. Commissioni e bicamerali non ci interessano»

Dopo Montecitorio, è la volta di Palazzo Madama: il premier Giuseppe Conte riferisce anche in Senato rispetto alle novità che porta l’ultimo Dpcm entrato in vigore nei giorni scorsi per contenere i contagi da Coronavirus. «I dati delle ultime settimane indicano una curva epidemiologica in rapida crescita con diffusione del virus in tutto il territorio nazionale», dice Conte in aula nel corso della sua informativa, ribadendo la posizione data in mattinata alla Camera dei Deputati.


«L’indice Rt ha superato la cifra critica di 1,5 e per gli operatori è difficile tracciare i casi. Lo stesso sta accadendo in tutta Europa come ammesso da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Sono aumentati significativamente i numeri delle degenze. Bisogna alleviare il carico già molto pesante che grava sul sistema sanitario», ripete. «Le misure si collocano in un continuum di interventi progressivamente più restrittivi e rigorosi, adeguati all’evoluzione dell’epidemia, che si muove con crescente e preoccupante rapidità».


Le critiche

Ansa/Maurizio Brambatti | L’intervento del capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, alla ripresa dei lavori al Senato, Roma, 7 ottobre 2020.

Non sono poche le critiche che arrivano all’intervento del premier e all’operato del governo. Critiche che non arrivano necessariamente da realtà agli antipodi rispetto all’attuale governo giallorosso. «Deve valutare, lei e non altri, se i singoli ministri sono adeguati alle emergenze che stiamo vivendo e sempre a lei chiedo la verifica, visto quello che si legge, della tenuta della maggioranza», dice il senatore e capogruppo del Pd Andrea Marcucci durante le dichiarazioni in replica all’intervento del premier al senato.

«Signor Presidente, tocca a lei l’onere di coinvolgere le opposizione», prosegue Marcucci. «Le opposizioni devono avere un luogo dove si possano confrontare con governo e maggioranza e sta a lei individuarlo. Sia un comitato di salvezza nazionale o altro, signor presidente, valuti lei come coinvolgere le opposizioni», ma «serve un luogo di confronto con la maggioranza, che sia una bicamerale, un comitato di sicurezza nazionale o un altro organismo».

L’attacco di Salvini

«State facendo tutto voi», attacca Matteo Salvini. «Abbiamo sentito in quest’aula la bocciatura nei suo confronti non dall’opposizione ma dalla sua maggioranza, che arriva a chiedere un rimpasto di governo», chiosa il leader della Lega. «Il collega Marcucci parla dell’operato dei singoli ministri. Come nel caso della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, evidentemente non in grado di gestire la scuola italiana».

«Il centrodestra è pronto a collaborare ma non vogliamo mezza poltrona. Vogliamo idee: commissioni e bicamerali non ci interessano», prosegue il leghista. «Ieri la Camera si è occupata di omotransfobia. Avete passato l’estate a smontare i decreti sicurezza e i fatti di Francia sono qui a dimostrarci che c’è bisogno di più sicurezza, non di meno sicurezza», dice ancora Salvini.

Gli altri interventi

«Lei ha inneggiato continuamente al confronto, condivido, ma non si può inneggiare al confronto e poi sostenere che il Dpcm sia immutabile e venire in Aula con un resoconto senza passare dal un confronto nelle Aule parlamentari», attacca Riccardo Nencini (Psi-Iv). «L’appello a restare uniti non basta: dobbiamo ricreare dalle sue fondamenta uno spirito repubblicano».

«Siete arrivati impreparati alla seconda ondata e credo che sia importante ammetterlo in modo onesto», affonda la senatrice di +Europa Emma Bonino, intervenendo dopo l’informativa del premier. «Ogni volta che si presenta l’occasione lei insiste sul senso di responsabilità e io ogni volta mi chiedo se questi appelli accorati si rivolgano anche alla sua maggioranza, anche ai 5 stelle, o se loro nel loro identitario rifiuto del Mes ne siano esentati», dice ancora. «È inutile rispondere con arroganza ai lavoratori dello spettacolo, come ha fatto un suo ministro: non è così che si può chiamare tutti a questo senso di responsabilità. Il costo dell’impreparazione si aggiunge a quello della pandemia: ammettere di aver fatto errori è il modo migliore per guadagnarsi la fiducia».

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