Verso il nuovo Dpcm. Concluso il vertice governo regioni. Governatori schierati contro le misure locali

di Redazione

La riunione in videoconferenza con Speranza, Boccia e i rappresentati degli enti locali. L’ipotesi di limiti agli spostamenti solo agli over 70

Verso l’ora di pranzo di domenica primo novembre, si è concluso il vertice tra amministrazioni locali e governo. Il tavolo tra i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni per trovare un accordo sul prossimo Dpcm si riunirà lunedì mattina alle ore 9. La posizione delle Regioni appare monolitica: i governatori chiedono l’adozione di misure uniformi per tutta l’Italia. Sul nuovo Dpcm in cantiere, si è espresso subito il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci: «Speriamo, stavolta sia davvero condiviso. Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori».


Gualtieri: «Il governo darà tutto il sostegno necessario, abbiamo le risorse»

«Dobbiamo seguire le indicazioni scientifiche – ha ribadito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ai microfoni di Mezz’ora in più -. È inevitabile in questa seconda ondata che ha sorpreso tutta Europa per la sua virulenza, che si prendano misure ulteriori accompagnate da sostegno economico. Tanto più saremo efficaci tanto più potremo evitare un nuovo lockdown, questo richiede misure intermedie anche dolorose». Gualtieri ha ribadito che il governo dispone di tutte le risorse economiche per far fronte «alle misure necessarie».


Speranza: «Dpcm con misure nazionali e territoriali»

Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l’incontro con gli enti locali, avrebbe dichiarato: «In queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l’ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento».

Boccia: «Restrizioni automatiche con Rt sopra la soglia»

Il ministro delle Autonomie, al tavolo del vertice, avrebbe affermato che, per la chiusura delle scuole, si dovrà decidere regione per regione. Avrebbe poi parlato di chiusure automatiche che partono in base all’indice Rt raggiunto dai singoli territorio: «Il documento dell’Istituto superiore di sanità e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un Rt supera un certo livello, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico».

Boccia avrebbe poi promesso la vicinanza dell’esecutivo nelle decisioni che saranno prese dalle singole Regioni su scala locale: «Il governo nazionale è al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale e possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di Regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio». Il ministro avrebbe annunciato anche l’ipotesi di rafforzare la rete di alberghi adibiti a Covid Hotel per accogliere i positivi asintomatici che non possono isolarsi nelle proprie abitazioni.

Le richieste dei sindaci

Da parte dei Comuni, per bocca del presidente dell’Anci Antonio Decaro, è arrivata la richiesta di stop ai centri commerciali nei weekend e agli sportelli per le scommesse in tabaccherie e bar. «È lì che si concentra il flusso di persone», avrebbe detto Decaro. Inoltre, i sindaci avrebbero chiesto, in linea con la posizione di Boccia, che le chiusure siano pianificate «in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da Governo e Regioni: quel documento individuava i diversi livelli dell’indice Rt in cui dovevano scattare le diverse restrizioni. In questo modo – avrebbe spiegato il presidente dell’Anci -, i cittadini sono coinvolti in un percorso trasparente e rispettano le restrizioni. Indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano».

Il resoconto del vertice

Nel corso della riunione, è sbucata l’ipotesi di optare per la limitazione degli spostamenti, ma solo per le persone che hanno più di 70 anni, per provare a frenare l’avanzata di contagi da Coronavirus. Si tratterebbe, a quanto si apprende, di una delle opzioni sul tavolo della riunione in videoconferenza del ministro della Salute Roberto Speranza e di quello agli Affari Regionali Francesco Boccia, convocata da quest’ultimo con i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci) con il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, e Province (Upi) con Michele De Pascale. L’ipotesi, secondo quanto ricostruisce l’Ansa, sarebbe stata prospettata in particolare da Lombardia, Piemonte e Liguria.

Il cammino verso nuove chiusure per rispondere alla diffusione del virus nel Paese è dunque ormai avviato, a tappe forzate e accelerate. Sul tavolo, il tema delle nuove misure di restrizione su cui sta lavorando l’esecutivo per provare a frenare la seconda ondata della pandemia. Giovanni Toti lo ha scritto anche su Twitter: «Per quanto ci addolori ogni singola vittima del #Covid19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della #Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate».

Per le Regioni, in collegamento, stanno partecipando Stefano Bonaccini per Emilia Romagna (nonché presidente della Conferenza delle Regioni), Attilio Fontana per la Lombardia, Massimiliano Fedriga per il Friuli Venezia Giulia, Giovanni Toti per la Liguria, Donato Toma per il Molise, Michele Emiliano per la Puglia, Vincenzo De Luca per la Campania, Donatella Tesei per l’Umbria, Marco Marsilio per l’Abruzzo, Alberto Cirio per il Piemonte, Eugenio Giani per la Toscana, Luca Zaia per il Veneto.

Fontana chiede misure «uniformi per tutto il paese»

«La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi», ha detto a metà mattinata il governatore lombardo Attilio Fontana. Ha spiegato in un post su Facebook il senso della discussione di stamattina fra Regioni, Anci e Upi con il governo: «Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati», ha detto. «Le istituzioni, a partire dal governo devono dare segnali coerenti, forti e credibili. Le Regioni sono, come sempre, pronte a collaborare».

I contrari alle zone rosse per le città

L’accordo che cerca il governo con gli enti locali si preannuncia complesso, anche alla luce dei distinguo piovuti nelle ultime ore. A cominciare dal governatore ligure Toti, che ha già dichiarato di non avere alcuna intenzione di chiudere (come ipotizzato e invocato) Genova, «uno dei gangli logistici del Nord-Ovest, con il primo porto d’Italia nel periodo pre-natalizio», perché «sarebbe complicato». Posizione analoga, per quanto di tutt’altro colore, da parte di Bonaccini, che frena oggi sull’ipotesi di mettere in lockdown Bologna: «Non è ancora da serrata, dice».

In copertina: ANSA/CESARE ABBATE | L’esterno della casa di riposo ‘La casa di mela’ nel quartiere di Fuorigrotta a Napoli, 2 aprile 2020

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