Ora è sicuro: lunedì arriva il nuovo Dpcm. Conte ha già chiesto di illustrarlo alle Camere

di Felice Florio

Le nuove restrizioni potrebbero entrare in vigore domani o, più probabilmente, lunedì 2 novembre. In vista i lockdown territoriali, il passaggio alla didattica a distanza e le restrizioni per gli spostamenti tra regioni

Il vertice a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e la maggioranza si è concluso nel tardo pomeriggio di oggi, 31 ottobre, dopo cinque ore di lungo confronto. E ora la notizia da parte di fonti parlamentari è quello di un discorso ufficiale da parte del presidente previsto per lunedì 2 novembre alla Camera. L’oggetto saranno comunicazioni importanti sull’emergenza Covid.


È stato a seguito dell’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione civile sui nuovi contagi da Covid-19, che il presidente del Consiglio ha convocato oggi un incontro per studiare nuove misure restrittive, tra le quali alcuni possibili lockdown territoriali. Al tavolo, oltre a Giuseppe Conte, si sono seduti i capidelegazione della maggioranza, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il sottosegretario Riccardo Fraccaro e i componenti del Comitato tecnico scientifico. In serata il premier Conte ha voluto incontrare anche i Presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico.


L’agenda di Conte domani sarà fittissima: nel pomeriggio è previsto un nuovo vertice con i capidelegazione e, a seguire, con i capigruppo di maggioranza. Ancor prima sarà il turno delle Regioni che in mattinata incontreranno il ministro Boccia insieme al premier. Non ultime le opposizioni, a cui il presidente Conte ha chiesto in serata di individuare un rappresentante delle rispettive forze politiche che saranno chiamate domani al tavolo di confronto con il Governo.

Stretta sugli spostamenti tra Regioni

I tre dpcm di ottobre non sono bastati a ridurre i contagi e, con 1.843 posti in terapia intensiva occupati, sembra non esserci il tempo per valutare se, in particolare, l’ultimo dei decreti stia sortendo gli effetti desiderati. Una delle misure più discusse nella riunione di oggi è quello di limitare gli spostamenti tra le regioni. L’intenzione è quella di limitare il più possibile la trasmissione del virus in giro per il Paese, motivo per cui sul tavolo ci sarebbe anche l’idea di predisporre nuovi Covid Hotel dove poter ospitare e isolare i pazienti che rimanendo a casa rischierebbero di contagiare i familiari. Al centro della discussione l’attuazione della misura in tutto il Paese o soltanto in alcune aree metropolitane. La scelta sarà il risultato di un’ulteriore riunione prevista domattina tra il governo e le Regioni, per individuare i margini di applicazione della misura.

Didattica a distanza dalla terza media

A livello nazionale, è il mondo della scuola a essere particolarmente attenzionato: secondo quanto è emerso dal confronto di oggi sembrerebbe opzione seriamente considerata dal governo quella di una didattica a distanza al 100% a partire dalla terza media in poi. A questa ipotesi continua ad opporsi la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Vorrebbe dire abbandonare i ragazzi e avere un Paese più debole», ha dichiarato. Sullo stesso fronte anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «Spero non si chiudano scuole e attività». Da più fonti, però, si apprende che almeno un punto del prossimo dpcm riguarderà la scuola.

Lockdown locali

Davanti ai dati sull’epidemia portati da medici ed esperti, l’esecutivo sembrerebbe intenzionato ad accelerare sulle chiusure territoriali, basandosi sull’indice Rt e sulle condizioni dei sistemi sanitari locali. Per questo, domani mattina, i ministri Boccia e Roberto Speranza incontreranno le Regioni. I territori particolarmente a rischio sono quelli della città metropolitana di Milano, di Napoli, di Genova e di Torino, più alcune aree del Veneto. Non si esclude «la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l’indice Rt non è uguale dappertutto», ha dichiarato Boccia.

Il governo sta seguendo, dunque, una doppia strada. Se da un lato starebbe cercando di accontentare le amministrazioni locali, intervenendo a livello nazionale con nuovo strette racchiuse in un Dpcm, dall’altro vorrebbe raggiungere un accordo con i governatori per dividere la responsabilità sull’istituzione di nuove “zone rosse”. L’agenda di Conte è fittissima: domani pomeriggio è previsto un nuovo vertice con i capidelegazione e, a seguire, con i capigruppo di maggioranza.

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