Conte alla camera difende il Dpcm: «Abbiamo scelto di seguire le indicazioni scientifiche, è il momento dell’unità»

di Cristin Cappelletti

Il presidente del Consiglio ha detto che la curva è in rapida crescita: «E’ stato raggiunto l’Rt critico di 1,5»

«Ritorno qui in Parlamento per illustrare le ulteriori misure restrittive adottate» dopo la «subdola e repentina» impennata della curva. Così Giuseppe Conte davanti ai deputati della Camera commenta i nuovi provvedimenti per provare ad arginare la diffusione dei contagi, nel corso della informativa urgente iniziata questa mattina in aula.



«Ci troviamo – ha detto Conte – davanti allo scenario di gravità 3 previsto dall’Istituto superiore di sanità. Nell’approvare le nuove misure, non abbiamo agito attraverso un metodo arbitrale, ci siamo attenuti ad evidenze scientifiche che ci hanno consentito di compiere solide valutazioni». Il premier ha dichiarato inoltre di non aver mai dichiarato che il Paese è fuori pericolo.

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«La curva è in rapida crescita», ha detto il premier sottolineando come l’indice Rt abbia raggiunto il numero critico di 1,5. «Questo quadro epidemiologico sta determinando una pressione severa sul servizio sanitario. Da tutto ciò deriva la necessità di adottare misure che consentano di raffreddare la curva del contagio e mitigare il carico sul servizio sanitario».

Conte ricorda poi come a ottobre. mentre si palesava «una nuova recrudescenza» della Covid, la decisione di prorogare lo stato di emergenza «fu fortemente criticata anche da alcuni in questa Aula». Sulle chiusure di teatri, e la grande difficoltà del mondo della cultura, il presidente del Consiglio ha voluto chiarire che non sono state sospese perché considerate attività non essenziali: «La scelta discende esclusivamente dalla necessità, fondata su evidenze scientifiche, di diradare il più possibile i contatti sociali. Per lo stesso motivo abbiamo deciso la didattica a distanza».

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Sulle proteste degli ultimi giorni Conte ha riferito che il governo è consapevole dei sacrifici e di essere sensibile alle manifestazioni di dissenso, protesta e frustazione che si sono manifestate: «Cittadini che esprimono pacificamente il proprio disagio, che temono per il futuro delle proprie attività e del lavoro».

Il premier, ha concluso, «tutti i governi Ue con i loro meriti e demeriti, e ciò riguarda anche il nostro governo, sono stati costretti a fare un passo indietro. La scorsa settimana il presidente Mattarella ci ha ricordato che tutte le articolazioni dell’ordinamento democratico sanno di dover operare sempre con spirito di unità e coesione. Questo, se mi permettete, è davvero il momento di restare uniti».

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