Al via il piano vaccini dopo il 23 gennaio. Speranza: «202 milioni di dosi entro marzo». L’obiettivo è cominciare prima della terza ondata

di Felice Florio

Stando a quanto ha detto il ministro durante la riunione dei capigruppo, le vaccinazioni di massa contro il Covid avverranno usando grandi spazi pubblici, palestre, fiere e spazi aperti

L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, è stata interpellata: Biontech e Pfizer hanno registrato la richiesta di autorizzazione per commercializzare il vaccino in Europa. La risposta dovrebbe arrivare il 29 dicembre. Stesso iter è stato avviato da Moderna per il suo farmaco biologico contro il Coronavirus. L’azienda americana dovrebbe avere il lasciapassare intorno al 12 gennaio. Mentre su scala globale le case farmaceutiche si muovono per completare gli aspetti burocratici relativi ai propri prodotti per l’immunità al Sars-CoV-2, l’Italia si dice pronta a dare il via alla campagna di vaccinazione.


O meglio, il commissario straordinario Domenico Arcuri, il primo dicembre, ha fatto un annuncio pubblico: il piano esecutivo vaccinale è pronto e diventerà operativo non appena i vaccini avranno le autorizzazioni necessarie. La stima temporale per l’inizio delle prime somministrazioni cade a fine gennaio 2021. Per quanto riguarda il quantitativo, si tratta di «202 milioni di dosi di vaccino», disponibili già nel primo trimestre dell’anno nuovo. È quanto trapelato dalla riunione a Palazzo Chigi tra i capigruppo della maggioranza, in cui Roberto Speranza ha illustrato il piano vaccino.


Il ministro della Salute ha aggiunto che ogni dose, in base alle conoscenze attuali, «ha bisogno di richiamo e non sappiamo quanto duri l’immunità». Nella riunione, alla quale era presente anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato sciorinato anche l’ordine di priorità con il quale distribuire le dosi. Si partirà con medici, sanitari e personale delle Rsa. Contestualmente, i primi beneficiari saranno gli ultra 80enni, scalando poi nella fascia 70-80 anni e via via nelle altre fasce. Oltre al principio anagrafico, avranno una via preferenziale anche i cosiddetti lavoratori essenziali, tra cui gli attori del mondo scuola.

Nel corso dell’incontro, Speranza avrebbe anche dato un range di date specifico per l’arrivo delle diverse tipologie di vaccino in Italia. Per esempio, il prodotto dell’azienda Pfizer dovrebbe arrivare «tra il 23 e il 26 gennaio» e le dosi «andranno ai 300 punti – di stoccaggio – individuati, che sono direttamente gli ospedali». Il ministro ha anche sottolineato l’importanza di «non far coincidere la terza ondata eventuale – di Coronavirus – con la campagna vaccinale». Da qui deriva la necessità, espressa da Speranza, di insistere con le misure restrittive, per flettere la curva epidemiologica.

Resta fermo il punto sull’obbligatorietà dei vaccini: il governo è intenzionato a non imporre la somministrazione del farmaco biologico, ma a procedere con una massiccia campagna di persuasione mediatica al fine di raggiungere l’immunità di gregge, che si otterrebbe con la vaccinazione di 40 milioni di italiani. Per adempiere alla campagna vaccinale di una simile portata, saranno impiegati grandi spazi pubblici, palestre e padiglioni fieristici. Tutta la gestione del programma vaccinale, dalla distribuzione al monitoraggio, sarà centralizzata. In chiusura, Speranza ha ribadito che le dosi saranno allocate secondo precise decisioni mediche e scientifiche. La politica, in questo ambito, farà un passo indietro.

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