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Maradona, il suo cuore pesava il doppio di uno normale. Al via oggi gli esami su sangue e urine. Sotto sequestro la chat di famiglia

02 Dicembre 2020 - 14:09 Redazione
Il campione argentino soffriva di “cardiomiopatia dilatativa” e il suo cuore pesava più di 500 grammi. Indagata per omicidio colposo anche la psichiatra. Gli inquirenti stanno cercando di capire se Maradona sia stato assistito adeguatamente da familiari e personale sanitario

Il cuore di Diego Armando Maradona pesava il doppio di un cuore normale. Questo dettaglio, oltre al sangue, alle urine e ai tamponi nasali prelevati durante l’autopsia, saranno oggetto di analisi oggi, 2 dicembre. Gli esami, eseguiti sul campione argentino scomparso a 60 anni lo scorso 25 novembre a Tigre – sobborgo di Buenos Aires -, fanno parte delle perizie complementari richieste dai medici forensi che hanno eseguito l’autopsia e serviranno a determinare se El Pibe de Oro avesse fatto uso o meno di alcol, droghe o altre sostanze poco prima della morte. La notizia è stata diffusa da fonti giudiziarie citate dall’agenzia di stampa statale Telam.

L’iter degli esami tossicologici e delle altre perizie inizia oggi nella sede della soprintendenza della polizia Scientifica nella città di La Plata. Lì, la sezione di patologia lavorerà sul cuore di Maradona che, secondo quanto osservato dai medici forensi che hanno eseguito l’autopsia, soffriva di “cardiomiopatia dilatativa” e pesava più di 500 grammi, quasi il doppio del peso di un cuore normale. Le fonti della magistratura hanno chiarito che questo mercoledì non si conoscerà il risultato di nessuno degli studi, nemmeno quelli che verranno effettuati sui prelievi di urina e sangue, che solitamente sono i primi a essere ottenuti.

Il sequestro della chat di famiglia

Intanto la magistratura ha sequestrato i dialoghi della chat di famiglia su Whatsapp creata il 2 novembre scorso. Nel gruppo figurano Dalma, l’altra figlia Giannina, il figlio italiano Diego junior, la psichiatra Agustina Cosachov, che seguiva personalmente Maradona, e lo psicologo Carlos Díaz. Gli inquirenti stanno cercando di capire se l’ex calciatore sia stato assistito adeguatamente da familiari e personale sanitario. Secondo quanto riportato dall’Ansa, in questi dialoghi, Dalma insisteva più volte affinché il padre fosse seguito in modo adeguato, in particolare con la presenza fissa di un medico nella casa in cui l’ex fuoriclasse stava trascorrendo la convalescenza. La ragazza voleva la presenza di un neurologo, altri consigliavano uno specialista di medicina generica.

Il ruolo della psichiatra

Anche Agustina Cosachov, psichiatra dell’ex stella del calcio, così come il neurologo Leopoldo Luque, è ora indagata, sospettata, anche se non ancora formalmente imputata nel procedimento giudiziario per l’ipotesi di omicidio colposo. La sua casa e il suo ufficio sono stati perquisiti ieri, 1 dicembre, dagli investigatori. Al momento delle perquisizioni, Cosachov non si trovava né nella sua abitazione né in ufficio. Più tardi, arrivata a casa, ha trovato gli inquirenti che le hanno letto i suoi diritti e le sue garanzie.

«La misura è assolutamente normale. Si stanno cercando la storia clinica e qualche altro tipo di documentazione (…). Per conoscere la responsabilità del mio cliente devo avere accesso al caso», ha detto l’avvocato della psichiatra, Vadim Mischanchuk, citato dal quotidiano Clarin. Il legale ha detto che la sua cliente si sente «tranquilla» riguardo alle «decisioni mediche che ha preso» sul trattamento di Maradona. Cosachov e Luque sono coloro che hanno firmato le dimissioni di Maradona dalla Clinica Olivos dopo l’intervento al cervello, e i pubblici ministeri stanno esaminando le loro responsabilità, anche per il ricovero domiciliare nella casa di Tigre, dove l’ex giocatore è morto mercoledì scorso.

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