Caso Suarez, i punti che non tornano e quello che emerge dall’inchiesta sull’Università di Perugia e la Juventus

di Redazione

Un esame farsa in cui l’attaccante impara a memoria le frasi (che gli vengono inviate prima) con cui rispondere agli esaminatori. E la domanda: cosa sapeva la Juventus?

Il caso Luis Suarez (l’esame farsa del calciatore uruguaiano che aveva bisogno del superamento dell’esame di lingua italiana per diventare cittadino italiano ed essere acquistato dalla Juventus) si arricchisce – si fa per dire – di dettagli che hanno del comico: un comico che si inserisce in un quadro desolante, quanto meno a livello morale. La procura di Perugia ha ricostruito nelle 48 pagine di richiesta di misura cautelare che hanno portato all’interdizione dei vertici dell’università di Perugia tutto il percorso che ha portato all’esame del calciatore. Il cui livello di italiano è tutto nelle parole del suo esaminatore, Lorenzo Rocca, mentre chiacchiera con un amico la sera prima della prova.


«Parla italiano para amigos», mettendo la s alla fine delle parole. Ma l’esame deve andare bene. Per questo, dice ancora la procura, Suarez impara a memoria sulle tracce che gli vengono inviate prima della prova. «Buonasera Luis, ecco la lezione di oggi e il testo per l’esame. Buona domenica, ci vediamo lunedì, Stefania». Ed ecco che il calciatore, riporta la Repubblica, impara: «Abito a Barcellona, in Spagna, da sei anni. La Spagna mi piace molto, due miei figli sono nati in Spagna. Barcellona mi piace molto, sono andato in vacanza a Barcellona quando avevo 15 anni e mi è piaciuta molto. Sono sposato da 10 anni. Mia moglie si chiama Sofia ed è uruguaiana ma ha anche il passaporto italiano».


Eccetera. A memoria impara a dire che gioca alla Playstation. Che è d’accordo sull’uguaglianza di moglie e marito. «Io sono d’accordo, la moglie e il marito devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Devono essere uguali davanti alla legge, fare insieme tutte le cose che riguardano la famiglia. Come in Spagna», impara a memoria. «Potete andare ad Assisi: è un piccola città molto vicina a Perugia, e ci sono moltissime cose da visitare», suggerisce l’esaminatore nella prova di conversazione. «Perfetto, allora domenica andremo ad Assisi! Grazie Lorenzo, vado subito a dirlo a mia moglie!», risponde Suarez con la sua frase imparata a memoria. Un calciatore che la domenica è sempre in campo, altro che ad Assisi.

Il ruolo della Juventus

«Sussistono fondati dubbi che i rappresentanti della Juve abbiano potuto avere contezza, nel lasso temporale dall’8 al 14 settembre, di questo procedimento e delle attività tecniche in corso», scrive poi il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone. Il dubbio è: a quel punto i bianconeri hanno abbandonato l’idea dell’acquisto di Suarez e perché? Ragioni di calciomercato o di opportunità perché nota l’indagine in corso sull’esame del calciatore? A riportare la novità sono oggi Corriere della Sera e La Repubblica.

Il 14 settembre (la prova sarà poi il 17) l’avvocata della Juventus, Maria Turco, chiede nel corso di una conversazione telefonica con il direttore generale dell’Università perugina il 14 settembre se Suarez avrebbe fatto l’esame senza corsie preferenziali, «come una persona che di mestiere non tira calci al pallone». La Procura sta anche indagando su alcune versioni che ritiene non coincidere nella testimonianza del 25 settembre di un altro legale della Juve, Luigi Chiappero, in una pista che chiama in causa il Viminale e la ministra dei Trasporti Paola De Micheli.

In copertina ANSA/CROCCHIONI | L’attaccante uruguaiano del Barcellona Luis Suarez arrivato a Perugia per sostenere l’esame di italiano all’Università per stranieri.

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