Coronavirus. In 30 anni nessun vaccino per l’Hiv e in un anno è pronto quello per la Covid19? Ecco perché

di David Puente

Con il prossimo arrivo dei vaccini anti Covid19 parte un parallelismo con Hiv e Aids. Facciamo il punto sul perché è sbagliato

Il 10 dicembre 2020 Gianluigi Nuzzi pubblica un post Facebook riportante un meme con le seguenti affermazioni: «Oltre 30 anni di ricerche nessun vaccino per l’HIV. In meno di 1 anno è pronto il vaccino per il Covid». Oltre all’immagine, il giornalista pone due domande agli utenti: «A voi non sembra strano? Forse c’è qualcosa che non va?». L’arrivo del vaccino Pfizer e le prime somministrazioni nel Regno Unito hanno scatenato un parallelismo con Hiv e Aids, non solo da parte di Nuzzi e in particolare all’estero.

Quello pubblicato nel meme da Nuzzi, e in altri che andremo a visionare, risulta essere un parallelismo scorretto riguardo a due virus completamente diversi.

Per chi ha fretta

  • Si tratta di due virus che si replicano, agiscono e colpiscono il corpo umano in maniera diversa.
  • Un vaccino stimola una risposta del sistema immunitario contro un determinato patogeno.
  • Per il virus della Covid19 il sistema immunitario può sviluppare delle difese.
  • L’Hiv colpisce il sistema immunitario «distruggendolo», pertanto risulta estremamente difficile sviluppare un vaccino.
  • Il virus Hiv muta molto spesso rispetto al Sars-Cov-2.

Analisi

C’è un dato di fatto, ossia la velocità con la quale si è svolta la ricerca del vaccino anti Covid19. Il motivo? Innanzitutto la burocrazia, una delle problematiche maggiori che bloccano la ricerca scientifica nel campo dei medicinali e in questo caso dei vaccini. Snellita la burocrazia, vista l’emergenza sanitaria ed economica a livello mondiale, ai ricercatori è bastato fare il loro lavoro e nei tempi richiesti dalla scienza per trovare un prodotto efficace e sicuro.

C’è un altro fattore importante, ossia che il virus della Covid19 è in parte simile ad altri già noti come quello della SARS e della MERS, noti soprattutto nella ricerca scientifica permettendo una maggiore conoscenza da cui attingere informazioni per combattere il nuovo patogeno.

Come mai non succede con l’Hiv? Innanzitutto ricordiamo che l’Hiv è il virus dell’Aids, così come il Sars-Cov-2 è il virus della Covid19, questo perché bisogna sempre ricordare la differenza tra patogeno e malattia. Ci sono delle enormi differenze tra i due virus, ma prima di procedere bisogna ricordare un altra differenza più «umana»: le conoscenze scientifiche. Infatti, risulta inutile fare un parallelismo tra le forze messe in campo negli anni ’80 e nel 2020.

La Covid19 si può curare, così come tante altre malattie, e il nostro sistema immunitario è capace di imparare a difendersi dai patogeni e può essere allenato a farlo (in sicurezza con i vaccini). Tuttavia, non tutti i mali possono essere curati in maniera «naturale» dall’essere umano ed è il caso dell’Hiv che colpisce proprio il sistema immunitario. C’è un altro, enorme, problema: il virus muta molto rispetto al Sars-Cov-2.

L’Hiv è un retrovirus e il suo processo di replicazione è diverso da quello del Sars-Cov-2. Inoltre, il virus dell’Aids può rimanere dormiente nel corpo e potrebbe passare molto tempo prima che «si faccia sentire», al contrario di quello della Covid19 e di tante altre malattie.

Ci sono stati degli studi nel tentativo di sviluppare un vaccino contro l’Hiv, ma con risultati non soddisfacenti. Risulta, infatti, estremamente difficile vista la complessità del virus stesso. Tutte problematiche spiegate da Nathan Clumeck, professore di malattie infettive alla Libera Università di Bruxelles, e da Jean-Daniel Lelièvre, responsabile del reparto malattie infettive dell’ospedale Henri-Mondor di Créteil, chiamati in causa da LeParisien.fr proprio a causa della diffusione di meme simili a quello di Nuzzi (ai quali si aggiunge uno sul cancro) circolati in lingua francese:

I meme diffusi in lingua francese con i parallelismi impossibili tra virus della Covid19, Hiv e cancro

Per concludere, il sistema di trasmissione dell’Hiv è ben chiaro e di fatto controllabile con le dovute precauzioni:

L’HIV si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, in qualsiasi stadio della malattia. Sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno sono fluidi che possono veicolare efficacemente il virus. La saliva non è fra questi, dunque è una falsa credenza che l’infezione da HIV possa contagiarsi tramite il bacio.

Ci troviamo di fronte, a seguito delle scoperte e delle pratiche di prevenzione messe in atto negli anni, a una malattia controllabile tramite apposite terapie e a un virus che potrebbe scomparire senza la necessità di un vaccino. Al contrario, per il Sars-Cov-2 la trasmissione è di gran lunga diversa e risulta più facile risultare infetti.

Conclusioni

Per la Covid19 abbiamo delle possibilità che per l’Aids non abbiamo. Risulta scorretto proporre un parallelismo tra i due virus e le due malattie siccome si tratta di due patogeni e di due malattie diverse, che agiscono in maniera diversa colpendo – perdonate la terza ripetizione – in maniera diversa il corpo umano.

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David Puente