Il governo si divide sul lockdown di Natale: tra Italia arancione e blocco totale prende corpo l’ipotesi di un compromesso

di Redazione

I ministri Speranza, Franceschini e Boccia premono per una stretta. Il premier Conte frena. L’accordo potrebbe essere trovato a metà strada: chiusura di bar e ristoranti dal 24 dicembre al 6 gennaio e zona rossa nazionale nei giorni festivi e pre-festivi. Oggi un nuovo vertice

La certezza, al momento, è che ristoranti e bar chiuderanno nei giorni festivi e pre-festivi. Quanto alla serrata dei negozi e, soprattutto, a ulteriori limitazione alla libertà di movimento, il governo non ha ancora trovato una quadra. Nel tentativo di «scongiurare una terza ondata», il ministro della Salute Roberto Speranza – sostenuto da una parte del Pd, che sul dossier non è compatto – vorrebbe istituire una zona rossa, dove si potrebbe lasciare l’abitazione solo per spostamenti ritenuti essenziali. Una ipotesi che ricalca, in sostanza, le raccomandazioni recapitate dal Comitato tecnico scientifico (Cts) al governo.


Lo scetticismo di Conte

Più scettico sulle nuove misure anti-Covid è il premier Giuseppe Conte, che nel corso del confronto di ieri, 14 dicembre, ha frenato: «Perché cambiare se le misure si sono dimostrate efficaci? Possiamo limare qualcosa, ma ormai molti italiani hanno già organizzato le ferie», le parole del premier riportate da la Repubblica. Conte sarebbe favorevole all’istituzione di una zona arancione per i giorni festivi e pre-festivi dal 24 dicembre al 6 gennaio, dove i negozi resterebbero aperti e dove gli spostamenti all’interno del Comune sarebbero consentiti. Una differenza non da poco rispetto a una chiusura totale, soluzione per cui all’interno della compagine governativa spingono – oltre a Speranza – anche Dario Franceschini e Francesco Boccia.


«Il coprifuoco resta alle 22»

Ecco allora che si fa strada l’ipotesi di una mediazione tra le due posizioni: l’istituzione di una zona arancione nazionale dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, che diventerebbe rossa dal 24 al 26 dicembre e dal 31 dicembre al 2 gennaio, o comunque in date selezionate (24-25-26-27-31 dicembre e 1-3-6 gennaio, ha suggerito da Franceschini). Il coprifuoco invece dovrebbe restare alle 22, come ha spiegato Boccia: «Il governo non ha mai discusso di anticiparlo alle 20». Oggi, 15 dicembre, è previsto un nuovo incontro con gli esperti del Cts, dopodiché toccherà a Palazzo Chigi tirare le somme e decidere l’entità della nuova stretta.

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