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Coronavirus, l’accusa del re di Svezia: «Il governo ha fallito». Da domani nel Regno Unito 38 milioni in zona rossa

17 Dicembre 2020 - 19:27 Chiara Piselli
Intanto la Polonia sceglie la linea dura e decide per tre settimane di lockdown nazionale

«La Svezia ha fallito». È lapidario il re di Svezia Carlo XVI che ha commentato in modo negativo la gestione dell’emergenza Coronavirus e ha accusato l’esecutivo del Paese di aver fallito nei piani messi in atto per contenere l’epidemia. La Svezia ha sostenuto sin da subito una strategia al rovescio rispetto a quanto hanno fatto gli altri Stati europei. È l’unico Stato in tutto il mondo ad aver scelto di evitare la misura del lockdown per arginare l’impennata dei contagi. «Il 2020 è stato un anno terribile – ha detto re Carlo XVI, 74 anni, intervistato durante una trasmissione tv -. Penso che abbiamo fallito. Abbiamo avuto molti morti e il popolo svedese ha sofferto tremendamente».

E in effetti la Svezia ha registrato un bilancio di vittime e contagi decisamente peggiore rispetto ai Paesi confinanti, Finlandia e Norvegia. Il tasso di mortalità è molto più alto degli altri Stati scandinavi che hanno invece deciso di mettere in campo le restrizioni che tutti i governi d’Europa, chi prima chi dopo, hanno dovuto imporre per contenere curve fuori controllo. Complessivamente, nel Paese con poco più di 10 milioni di abitanti, ci sono stati 350.000 casi di Covid e 7.800 vittime.

La strategia del governo svedese: il senso di responsabilità del singolo

Scuole, esercizi commerciali, bar e ristoranti in Svezia non hanno mai chiuso e il governo ha sempre fatto appello al senso di responsabilità della popolazione, non ricorrendo mai a divieti o sanzioni, ma al massimo a raccomandazioni e pareri non vincolanti. Solo la scorsa settimana, è stato chiesto per la prima volta agli studenti delle scuole superiori di passare alla didattica a distanza. Anche in vista delle festività di Natale, il governo svedese non ha previsto particolari misure interdittive, ma soltanto delle linee guida attraverso le quali si invita la popolazione, tra le altre cose, a evitare di prendere i mezzi pubblici, di incontrarsi all’aperto e di partecipare a riunioni con più di 8 persone.

Tre settimane di lockdown nazionale in Polonia

In Polonia, invece, il governo sceglie la linea dura e decide di mettere in campo un lockdown nazionale di tre settimane. La Polonia entrerà in un regime di lockdown nazionale dal 28 dicembre al 17 gennaio per evitare che i numeri dei bollettini crescano troppo fino a diventare fuori controllo. L’annuncio arriva dal ministro della Salute Adam Niedzielski, secondo cui questi 21 giorni di blocco totale prevederanno, tra le altre cose, la serrata di hotel, piste da sci e centri commerciali. Questo lockdown nazionale serve «a proteggerci da una terza ondata nel prossimo futuro», ha affermato il ministro.

La Polonia viene già da una serie di limitazione che hanno sicuramente contribuito a tenere la situazione sotto controllo. Sono rimasti chiusi a lungo bar e ristoranti, palestre, centri fitness e scuole, e così continuerà ad essere. Vietate anche le feste di matrimonio e per le riunioni pubbliche il limite è fissato a cinque persone. Il bilancio totale del Paese, fino ad ora, è di 1.171.854 contagi e 24.345 vittime. Ogni giorno si contano tra i tra i 400 e i 600 morti.

Impennata di nuovi casi nel Regno Unito: +35 mila in 24 ore

Intanto resta drammatica la situazione nel Regno Unito dove il numero dei contagi giornalieri raggiunge oggi un nuovo picco: +35.383 nelle ultime 24 ore. Una forte impennata visto che ieri i nuovi casi giornalieri registrati erano circa 25 mila, quindi oltre 10 mila in meno. È certamente maggiore il numero di tamponi (364 mila contro i 304 mila di ieri) ma il rapporto tra positivi e test è comunque in aumento. Quanto alle vittime, c’è un lieve calo: da 612 morti di ieri a 532 di oggi. I territori in cui si registrano più infezioni sono nell’Inghilterra sud-orientale, ma anche in Irlanda del Nord la situazione non è di certo migliore.

Tra qualche ora, a partire da questo fine settimana, circa 38 milioni di cittadini britannici si troveranno in zona rossa, in uno stato di semi lockdown, nel tentativo di frenare i numeri allarmanti dell’epidemia. Si parla di circa il 68% della popolazione inglese. «Siamo arrivati fino qui, non possiamo fallire ora», ha detto il ministro della Sanità, Matt Hancock, nell’annunciare l’estensione delle fasce rosse a un territorio più ampio. Un sistema ormai conosciuto come Tier 3, un po’ come le tre fasce di rischio italiane (gialla, arancione, rossa) basate sui famosi 21 parametri.

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