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Le «notizie» dei casi positivi dopo il vaccino Pfizer? Facciamo il punto sulla disinformazione

04 Gennaio 2021 - 15:31 David Puente
Titoli fuorvianti, contenuti falsi o imprecisi: un po’ di chiarezza su una serie di articoli pubblicati nelle ultime ore

Con l’arrivo del vaccino Pfizer ci siamo dovuti scontrare nuovamente con la cattiva informazione che, di fatto, alimenta dubbi e paure infondate spianando la strada alle aree NoVax e negazioniste della Covid19. Le più recenti riguardano i casi di operatori sanitari risultati positivi a pochi giorni dopo la vaccinazione, dove una notizia era completamente falsa e l’altra completamente imprecisa.

I titoli de El Pais e i due forniti dal Corriere prima e dopo la correzione.

Stiamo parlando del caso dell’infermiera spagnola positiva al virus che è stata rilanciata sia in Spagna che in Italia perché avrebbe ricevuto la somministrazione del vaccino Pfizer. C’è un problema, la testata spagnola El Paìs che aveva diffuso la notizia non affermava affatto che fosse stata vaccinata, bensì che operava vaccinazioni: «Una enfermera que vacunó contra la covid-19 en una residencia de Lleida da positivo por coronavirus». Se si fosse vaccinata il titolo in spagnolo sarebbe stato questo: «Una enfermera que SE vacunó contra la covid-19 en una residencia de Lleida da positivo por coronavirus». Diverso è il caso della dottoressa di Siracusa.

Il titolo de Il Giornale di Sicilia, uno dei tanti diffusi il 3 gennaio 2021.

Il Giornale di Sicilia, ad esempio, titola l’articolo del 3 gennaio 2021 «Coronavirus, positiva dottoressa di Siracusa vaccinata 6 giorni fa: virus in incubazione tra le ipotesi» senza spiegare una cosa fondamentale: il vaccino Pfizer necessita della seconda dose per essere efficace. Questa informazione viene data solo nel terzo paragrafo quando invece andrebbe messa nel titolo per evitare incomprensioni! C’è chi ha fatto di peggio, come possiamo vedere dal commento riportato dalla pagina Facebook La nuova tutela del cittadino che condivide l’articolo di Libero: «Vaccinatevi, mi raccomando! [due faccine che ridono a crepapelle]»

«Coronavirus, vaccinata a Siracusa una settimana fa: oggi è positiva ed è stata ricoverata» titola Libero, mentre nelle prime righe afferma che si tratti di «una notizia che preoccupa l’Italia e il mondo intero». Dopo questa introduzione allarmistica e infondata, l’articolo di Libero «fa notare» che «la positività dopo la somministrazione della prima dose di vaccino può verificarsi» e che secondo Pfizer «il vaccino offre protezione a dieci giorni dalla prima dose». Allora perché questa «notizia» dovrebbe «preoccupare il mondo intero» se è risultata positiva a meno di una settimana dopo la somministrazione? Mistero! C’è però il caso israeliano con 240 positivi!

Affaritaliani pubblica un articolo, ripreso poi da ImolaOggi, dal titolo «Covid, 240 israeliani infettati dopo il vaccino Pfizer / BioNTech» dove – anche questa volta – si deve leggere l’intero articolo per comprendere che non c’è una effettiva «notizia». Lo riporta anche il The Times of Israel, anch’esso carente nel titolo, ma di fatto l’infezione non dipende dalla prima dose appena somministrata!

ImolaOggi che riprende da Affaritaliani.it

Ricapitoliamo sei semplici informazioni utili sul vaccino Pfizer che dovremmo tutti, ormai, conoscere:

  • il vaccino non contiene alcun virus in grado di infettare;
  • il vaccino non modifica affatto il DNA umano (qui la spiegazione);
  • si sostiene che il vaccino possa proteggere dal Sars-Cov-2 dopo almeno una decina giorni dopo la prima dose somministrata;
  • il vaccino sviluppa i risultati ottenuti nella sperimentazione proteggendo con efficacia dal Sars-Cov-2 dopo la seconda dose somministrata;
  • è possibile che le persone risultino positive asintomatiche, o che abbiano contratto il virus senza ancora sviluppare i sintomi, nei giorni prima della vaccinazione;
  • il vaccino non viene somministrato a -80 °C, quella è la temperatura di conservazione (qui la spiegazione).

Articoli con titoli e contenuti contrastanti ne abbiamo visti parecchi durante il 2020 e neppure un vaccino potrebbe evitarne altri nel 2021, dunque bisognerà tornarci per fare chiarezza ogni volta che ce ne sarà bisogno.

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