Un cameriere della regina Elisabetta rubava a palazzo orologi e indumenti per rivenderli su eBay: condannato a 8 mesi

Un bottino fatto di medaglie, suppellettili, fotografie autografate dei reali, orologi e anche indumenti. Circa 77 oggetti per un valore totale di 100mila sterline che ha svenduto online guadagnandone “solo” 7mila

Sembra una storia surreale e, invece, è accaduto davvero. Siamo in Gran Bretagna dove Adamo Canto, 37 anni, mentre si trovava al servizio della regina Elisabetta come cameriere avrebbe rubato medaglie, suppellettili, fotografie autografate dei reali, orologi e anche indumenti per poi rivenderli online. Furti a palazzo che gli sono costati una condanna a otto mesi di carcere, così come stabilito da un tribunale di Londra, la Westminster Magistrates’ Court.


Bottino da 100mila sterline ma il guadagno è stato “solo” di 7mila

In tutto questo tempo Canto avrebbe raccolto un bottino stimato in circa 100mila sterline, secondo il Mail online, e composto da 77 oggetti tra cui anche un album ufficiale di foto della visita di Donald Trump, rivenduto online per 1.500 sterline. Il suo piano consisteva nel rubare gli oggetti dalle stanze reali per poi rivenderli su eBay allo scopo di guadagnare una cifra decisamente più bassa rispetto al valore della merce. Avrebbe incassato, prima di essere scoperto, “solo” 7mila sterline.


L’uomo ha ammesso le sue colpe

L’uomo, nato e cresciuto nello Yorkshire, nel Nord dell’Inghilterra, era stato assunto nel 2015 come assistente nelle cucine di Buckingham Palace. Poi, più recentemente, con le misure anti-Covid, le sue funzioni erano state riviste e così era stato autorizzato ad accedere ad altre parti del palazzo per fare le pulizie. I furti sarebbero stati compiuti da novembre 2019 ad agosto 2020, fino a quando è stato sorpreso. La polizia aveva ritrovato parte della sua refurtiva e così lo aveva arrestato. L’uomo, poi, ha ammesso le sue colpe dicendo di essere stato spinto a rubare a causa di problemi economici e di presunti debiti accumulati nel tempo. Una giustificazione che, però, non gli è servita a evitare la condanna di oggi a otto mesi di carcere.

Foto in copertina: EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

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