Coronavirus, von der Leyen fa autocritica sui vaccini: «Troppo ottimisti sulla produzione di massa»

La presidente della Commissione europea: «L’Italia è un esempio positivo. Le varianti Covid? Continueranno a emergere, dobbiamo prepararci»

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ammesso di aver peccato di ottimismo nelle sue previsioni sulla capacità del sistema di vaccinare i cittadini dell’Unione contro il Coronavirus: «Siamo arrivati in ritardo con le autorizzazioni, siamo stati troppo ottimisti sulla produzione di massa dei vaccini, e forse siamo stati un po’ troppo sicuri sul fatto che le quantità ordinate sarebbero state consegnate in tempo utile. Dovremmo chiederci perché è successo e quali insegnamenti trarne».


Il mea culpa di von der Leyen è arrivato durante la plenaria del Parlamento europeo. La commissaria ha accolto con entusiasmo l’approvazione del Recovery Fund e ha insistito sulla volontà di raggiungere l’obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione europea «entro l’estate», nonostante una strada tutta in salita. Allo stesso tempo, però, ha lanciato l’allarme sulla scarsità dei componenti per la produzione dei vaccini, auspicando un aumento della capacità di produzione anche ricorrendo a partnership pubblico-privato.


«La scienza ha superato l’industria»

La presidente della Commissione ha ammesso una sottovalutazione delle difficoltà legate alla produzione di massa dei vaccini. Ma ha rivendicato il fatto che «normalmente ci vogliono dai cinque ai dieci anni per produrre un nuovo vaccino, lo abbiamo fatto in dieci mesi. Un grande risultato scientifico di cui essere orgogliosi. Ma in un certo senso, la scienza ha superato l’industria». I vaccini, ha ricordato inoltre von der Leyen, «hanno fino a 400 componenti la cui produzione coinvolge fino a 100 aziende».

Questo è il motivo per cui l’Unione europea «ha creato una task force per aumentare la produzione industriale di vaccini, sotto l’autorità di Thierry Breton, il nostro Commissario responsabile per il mercato interno. L’obiettivo è individuare i problemi e aiutare a risolverli». Rispetto ai tagli nelle forniture praticati sia da Pfizer, sia da Moderna, ha detto: «Comprendiamo perfettamente che sorgeranno difficoltà nella produzione di massa di vaccini. Ma l’Europa ha investito in anticipo miliardi di euro. E abbiamo esortato gli Stati membri a pianificare la somministrazione del vaccino. Quindi tutti abbiamo bisogno di prevedibilità».

«La campagna vaccinale ha preso velocità»

Per quanto riguarda i singoli Stati, von der Leyen ha analizzato l’andamento della campagna di vaccinazione: «In Polonia il 94% del personale sanitario e l′80% degli ospiti delle case di riposo sono stati vaccinati. In Danimarca per le case di riposo siamo al 93%, in Italia oltre il 4% della popolazione è stato vaccinato. Questi tre esempi mostrano che la campagna ha preso velocità».

La prossima sfida riguarda le varianti Covid: «Non abbiamo ancora il quadro completo dell’efficacia dei trattamenti e dei vaccini su nuovi ceppi. Ma sappiamo che queste varianti continueranno a emergere. E sappiamo che dobbiamo anticipare e prepararci immediatamente, adattando i nostri regolamenti a questa nuova sfida. Abbiamo bisogno di sequenziamento rapido e caratterizzazione clinica delle nuove mutazioni. E abbiamo bisogno di una condivisione sistematica di campioni e dati tra reti e laboratori».

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