Ristoratori sul piede di guerra dopo il no del Cts alle riaperture serali: «Non possiamo più aspettare»

Anche in zona gialla nessuna deroga prima del 5 marzo. Lunedì Draghi vede i ministri Speranza e Gelmini. Proteste a Roma

Nonostante il pressing di queste settimane, i ristoranti continueranno a restare chiusi la sera. Nessuna deroga, nessuna concessione, nemmeno in zona gialla. La situazione epidemiologica preoccupa e, dunque, almeno fino al 5 marzo nulla cambierà. La Lombardia era stata tra le prime regioni a richiedere la riapertura serale dei ristoranti in zona gialla ma i tecnici hanno detto no, e hanno rinviato le decisioni al governo. Ora sarà il premier Mario Draghi, che lunedì incontrerà il ministro della Salute Roberta Speranza e la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, a stabilire la nuova linea per contrastare la pericolosa avanzata delle varianti del Covid.


Il Cts dice no alla Lombardia

Il Cts, dunque, per il rischio rappresentato dalle nuove varianti ha deciso di non accogliere la richiesta di riapertura dei ristoranti in zona gialla, avanzata il 5 febbraio scorso dalla regione guidata da Attilio Fontana. Dovrà essere la politica ad assumersi la responsabilità e a decidere cosa fare, comunque non prima del 5 marzo, come scrive il Corriere. Il pericolo sarebbe quello di creare troppi assembramenti e di favorire una maggiore circolazione di persone, senza considerare poi che i clienti avrebbero dovuto rispettare l’orario del coprifuoco, fissato alle 22.


L’impatto delle chiusure sul settore

I ristoratori – come prevedibile – sono sul piede di guerra, specialmente quelli che hanno le proprie attività nelle tre regioni passate da poco in fascia arancione (Campania, Emilia-Romagna e Molise) che, di fatto, da domenica 21 febbraio non potranno aprire nemmeno a pranzo. In fascia arancione, infatti, sono consentiti solo l’asporto e le consegne a domicilio, così come in zona rossa. Secondo Coldiretti, si tratta di 60 mila locali che hanno dovuto annullare tutte le loro prenotazioni, registrando l’ennesimo calo del fatturato. L’apertura durante il weekend – sempre secondo Coldiretti – vale in questo momento l’80 per cento degli incassi settimanali. Nel 2020 il fatturato complessivo per la ristorazione nazionale si è dimezzato (-48 per cento) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro.

«Non possiamo più aspettare»

Alcuni ristoratori, fa sapere a Open Umberto Carriera, promotore di #ioapro, lunedì 22 febbraio si incontreranno a Roma per protestare contro la mancata riapertura serale dei locali: «Non possiamo più aspettare, stiamo fallendo, i nostri figli non hanno più un futuro. I debiti che stiamo accumulando, saranno i loro», dice.

Foto in copertina: ANSA/FILIPPO VENEZIA

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