Verso il nuovo piano vaccini di Draghi: meno scorte, prime dosi per più persone. Obiettivo 600 mila iniezioni al giorno con la Protezione civile

Sul tavolo del governo le alternative possibili per un piano dagli obiettivi ambiziosi. Aspettando l’arrivo del vaccino Johnson & Johnson

Più di 600 mila dosi al giorno e il raggiungimento dell’immunità di gregge. Sono ambiziosi gli obiettivi del nuovo piano vaccinale su cui sta lavorando il nuovo governo guidato da Mario Draghi, dopo il cambio al vertice della Protezione Civile (via Angelo Borrelli, il cui mandato era in scadenza, torna l’ingegnere Fabrizio Curcio). A cambiare le carte in tavola, rispetto alla lentezza del presente, sarebbe proprio il ruolo del dipartimento del Consiglio, con le sue strutture capillari su territorio e soprattutto il coinvolgimento, ricostruisce oggi il Corriere della Sera, dei suoi 300 mila volontari. Al momento, si legge, la media nazionale di somministrazione della dosi disponibili è del 72% e ci sono Regioni più veloci e altre meno. L’intento è quello di rendere omogenea la somministrazione a livello nazionale anche grazie all’apporto della Protezione Civile. Secondo l’ultimo monitoraggio del governo, al momento in tutta Italia sono state somministrate poco più di 4,2 milioni di dosi di vaccino (tra Pfizer, il più diffuso, AstraZeneca e Moderna) per un totale di quasi 1,4 milioni di italiani e italiane che hanno ricevuto anche la seconda dose e per cui la copertura vaccinale è quindi completa. Un numero ancora lontano da quello che sarebbe, scrive la Repubblica, il nuovo obiettivo del governo: 12-13 milioni di dosi per il primo trimestre del 2021. Peccato che manchi un mese, quindi, per triplicare il quadro.


Richiami o dose singola?

È proprio marzo il mese il cui il quadro è destinato a cambiare, se l’operazione dovesse andare in porto. Le Protezioni Civili andranno ad affiancare le Regioni? Oppure è previsto un coordinamento centrale? Questo aspetto non è ancora chiaro, scrive ancora il Corriere. Di certo fino a ora il dipartimento non ha avuto un ruolo – se non quello di affiancare le regioni nel reperimento di nuovo personale per i vaccini – e questo, per il neopremier, sarebbe stato un errore. E mettendo insieme le anticipazioni che fa il quotidiano di via Solferino insieme a quelle di La Repubblica, emerge anche un altro aspetto destinato eventualmente a cambiare le carte in tavola: la scelta, su cui è in corso un confronto tra politica e comunità scientifica, sul destino della famosa seconda dose, il richiamo che gli attuali vaccini in distribuzione prevedono tutti (Pfizer dopo 21 giorni, Moderna dopo 28, AstraZeneca dopo tre mesi). Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, nei giorni scorsi, ha fissato come obiettivo quello delle 300-400mila dosi inoculate ogni giorno in tutta Italia.


Ispirarsi alla strategia della Gran Bretagna (quasi 20 milioni di dosi di siero inoculate, ma solo l’1.1%770 mila persone – della popolazione complessiva interamente vaccinata anche con la seconda dose) permetterebbe anche all’Italia di arrivare alle 600 mila dosi al giorni (19 milioni ogni 30 giorni) ritardando la seconda dose. Continuando invece con la strategia dell’appuntamento anche per il richiamo, l’intento del governo – scrive la Repubblica – sarebbe comunque quello di (almeno) raddoppiare le 100 mila dosi somministrate oggi. Nell’attesa dell’arrivo del vaccino Johnson & Johnson, a cui ieri la Food & Drug Administration ha dato il via libera negli Usa e che dovrebbe avere l’ok dell’Ue per l’11 e 12 marzo. A quel punto in Italia, scrive Repubblica, dovrebbero arrivare 7,3 milioni di dosi in due settimane e altri 19 milioni dei sei mesi seguenti.

Cosa serve?

Il Corriere della Sera parla dell’apertura possibile di una serie di portali web gestiti dalla Protezione Civile per le prenotazioni e il superamento dl criterio delle categorie professionali ma anche delle fasce di età. Puntando a vaccinare il maggior numero di italiani e italiane. Archiviate le Primule di Stefano Boeri, entrano in campo strutture mobili che dovrebbero andare ad affiancare (anche fisicamente) i presidi sanitari, ma che potrebbero arrivare anche nelle stazioni e nei centri commerciali.

In copertina ANSA/ALESSANDRO DI MARCO | Inizio delle vaccinazioni alla popolazione over 80 presso il poliambulatorio ASL Distretto 2, Torino, 21 febbraio 2021

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