La vaccinazione di massa in Israele ha raddoppiato il numero dei decessi Covid19? No! I dati dicono altro

Un grafico viene utilizzato impropriamente per sostenere che la campagna vaccinale in Israele abbia aumentato i decessi Covid19, ma non è andata così

Abbiamo ricevuto via Whatsapp, una segnalazione riguardo un meme con il quale si sostiene che in Israele sarebbero «quasi raddoppiati» i decessi Covid19 subito dopo l’inizio delle prime somministrazioni del vaccino Pfizer. Abbiamo analizzato tutto. L’immagine diffusa risulta fuorviante, siccome non dimostra affatto un collegamento tra un aumento dei decessi e le somministrazioni del vaccino Pfizer effettuate in Israele.

Per qualsiasi segnalazione per la sezione Fact-Checking di Open, ricordatevi di scrivere al numero +39 3518091911

Per chi ha fretta

  • Il vaccino a mRNA utilizzato dal 19 dicembre 2020 in Israele è quello di Pfizer, il quale non permette di sviluppare la malattia.
  • Il vaccino Pfizer, affinché raggiunga il suo miglior risultato, deve essere somministrato due volte con due dosi una a distanza di tempo dall’altra.
  • Il grafico risulta fuorviante per descrivere l’andamento dei dati israeliani, siccome riporta un dato cumulativo e non giornaliero.
  • I dati giornalieri, non cumulativi, mostrano una diminuzione dei casi e dei decessi a seguito della campagna vaccinale.

Analisi

Il primo elemento da considerare è il vaccino utilizzato in Israele: quello a mRna della Pfizer di fatto non contiene il virus e dunque non è possibile che attraverso la somministrazione si possa sviluppare la malattia. Quelli con vettore virale invece usano adenovirus resi incapaci di infettare. Detto questo, analizziamo l’immagine. Ecco il testo dell’immagine condivisa anche via Faceboook:

Israele è il primo paese ad aver vaccinato la maggioranza della popolazione

risultato:

I MORTI DI COVID SONO QUASI RADDOPPIATI

Il grafico riporta dati molto simili a quello presente nel sito dell’Oms che vi lasciamo qui sotto.

Il grafico, però, riporta il dato cumulativo e non rispecchia affatto l’andamento giornaliero che invece vi pubblichiamo qui.

Guardando un grafico diverso, ossia quello non cumulativo, notiamo una discesa dei decessi a partire da fine gennaio 2021, dopo un picco di circa 100 persone morte in un giorno che finisce per toccare le 18 persone morte in un giorno dell’8 marzo 2021. L’immagine diffusa online non dimostra alcun collegamento tra le vaccinazioni anti Covid e un aumento dei decessi. C’è da considerare, inoltre, che la campagna vaccinale era iniziata il 19 dicembre con la somministrazione della prima dose di due necessarie.

In data 9 febbraio 2021, come riporta Reuters, il 97% dei 1.536 decessi Covid19 nel mese di gennaio in Israele riguardavano persone non vaccinate. A fine febbraio la metà della popolazione israeliana ha ricevuto almeno la prima dose Pfizer, mentre solo il 35% ha ricevuto entrambe. Notiamo anche una diminuzione dei casi per età, come riportato nel grafico seguente che prende in esame il periodo dal 18 dicembre 2020 al 22 febbraio 2021.

Bisogna vedere anche i dati delle ospedalizzazioni e dei casi gravi, che possiamo osservare nel grafico sottostante comprendente il periodo 18 dicembre 2020 fino al 22 febbraio 2021.

A parlare dei risultati ottenuti in Israele è stata la rivista scientifica Lancet in un articolo del 18 febbraio 2021 dal titolo Early rate reductions of SARS-CoV-2 infection and COVID-19 in BNT162b2 vaccine recipients, confermando la riduzione del tasso di infezione dopo l’inizio della campagna vaccinale.

Conclusioni

Il grafico mostrato nell’immagine diffusa online riporta un dato cumulativo dei decessi e non dimostra affatto un aumento dei decessi a causa della vaccinazione iniziata il 19 dicembre 2020 in Israele. Viene ignorato, inoltre, il metodo di somministrazione del vaccino Pfizer che richiede due dosi per ottenere il suo massimo risultato. I dati mostrano, invece, una diminuzione dei casi a seguito dell’inizio della campagna vaccinale.

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