Caos vaccini, il sindaco di Cremona: «Una situazione paradossale che dura da settimane. Anziani mandati persino a 90 km di distanza» – L’intervista

È su tutte le furie il primo cittadino di Cremona dove nel fine settimana non sono stati inviati gli sms agli over 80 da vaccinare (e così non si è presentato nessuno). «Gestione inefficiente, adesso ci diano le liste degli anziani che sono stati chiamati ma non si sono presentati», dice

«Il “buco” di sabato, quando mancavano all’appello 500 persone da vaccinare all’hub di Cremona, è stato eclatante. Questo è sinonimo di una gestione sbagliata, inefficiente, come dicono gli stessi Moratti e Bertolaso. Quanto accaduto è davvero paradossale, c’è stata inefficienza e mancanza di programmazione. Peraltro stiamo parlando di un problema esploso nel fine settimana ma che in realtà ci portiamo dietro da tempo, dall’inizio della campagna vaccinale anti-Covid. Da settimane, insomma».


A parlare è Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona, che in questo weekend, insieme ai medici e ai volontari del suo comune, ha dovuto fare il lavoro che Aria, la società che si occupa delle prenotazioni per i vaccini della Regione Lombardia (e sulla quale oggi si è abbattuta una vera e propria bufera), non ha fatto. Come dimostrato dagli ultimi fatti di cronaca, non sono partiti gli sms agli over 80 da vaccinare e così non si è presentato nessuno all’hub: si è rischiato di buttare via 500 dosi già scongelate. Provvidenziale è stato l’intervento dell’Asst, del sindaco e, più in generale, delle istituzioni locali che hanno trovato subito i 500 “sostituti”.


Le difficoltà degli over 80

«Io non chiedo di commissariare la Regione Lombardia, non chiedo un commissario ma vorrei che tutte queste criticità vengano risolte il prima possibile. Una su tutte, oltre ai messaggi non recapitati ai vaccinandi, è il fatto che gli anziani vengano spediti a 90 km dalla propria abitazione per sottoporsi al vaccino», denuncia. Senza alcuna valida ragione, peraltro. «In molti casi avrebbero persino l’ospedale vicino casa e, invece, no, vengono convocati in strutture lontane. Stiamo parlando di over 80 che, alla fine, o rinunciano al vaccino o comunque fanno fatica a spostarsi così lontano», aggiunge.

«Come mai alcuni anziani hanno rinunciato al vaccino?»

«Noi siamo disponibili a collaborare ma vogliamo in mano la programmazione dei vaccini dei prossimi mesi. Non ci sono solo gli anziani o i prof da vaccinare, ci sono anche i fragili, chi ha più patologie, i disabili, i volontari. Prepariamoci alla fase 2. Con migliaia di persone dobbiamo arrivare in condizioni di efficienza», tuona. E da qui la richiesta di avere il prima possibile gli elenchi di tutti gli over 80 che «sono stati chiamati e non si sono presentati». «Ce li danno o non ce li danno? Vogliamo sapere come mai non sono andati, vogliamo solo aiutarli. Magari più semplicemente vogliono solo essere accompagnati. E, invece, questi elenchi ancora una volta ci vengono negati». Per questioni di privacy, chiaramente.

«Bisognava preparare la campagna vaccinale mesi fa»

Un’improvvisazione – perché di questo si tratta – che si ripercuote soprattutto sui sindaci dei comuni che, in poche ore, sono costretti a mettere delle pezze al lavoro, fatto male, da altri. Questo è accaduto, appunto, a Cremona. «A novembre dicevo “ci dite come state preparando la campagna vaccinale?”, la risposta è stata: “è prematuro”. E, invece, no non era affatto prematuro. A novembre bisognava pensare alla campagna vaccinale nei minimi dettagli. L’hub della Fiera, ad esempio, sarebbe dovuto partire prima. La soluzione, quindi, sarebbe stata quella di coinvolgere di più i territori. Se le chiamate possono essere fatte direttamente dai territori, che si facciano. Dobbiamo vaccinare di più evitando, però, di risolvere i problemi di volta in volta».

Foto in copertina: ANSA/MATTEO BAZZI

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