Tre ragioni per cui saltare la vaccinazione contro la Covid19 provoca un danno sociale ed economico

«Chiunque passa va vaccinato», ha detto provocatoriamente il generale Figliuolo, ma non avrebbe tutti i torti

Per calcolare quale sia l’entità dei danni causati dalla pessima gestione, politica e mediatica, del caso AstraZeneca ci vorrà ancora un po’ di tempo. Non c’è solo il problema del recupero degli appuntamenti saltati durante la sospensione del vaccino anti Covid19, ma anche quello delle disdette e della necessità di “tappare i buchi”. In che modo? Una proposta è stata lanciata dal generale Francesco Paolo Figliuolo a Che Tempo che fa su Rai3: «Chiunque passa va vaccinato».


Benché quella del generale possa essere considerata una una proposta provocatoria, il rischio di non riuscire a coprire le somministrazioni giornaliere previste all’interno di un qualunque centro vaccinale, soprattutto quelli più piccoli, potrebbe rivelarsi fondato. Alcune regioni – come la Toscana che interessa tanto per il caso di Andrea Scanzi – hanno già previsto delle liste di riserva, creando malumori e accuse nei confronti dei vaccinati dell’ultimo momento siccome superficialmente non ritenuti prioritari rispetto ad altre classi più a rischio. Staremo a vedere quanti hanno fatto i “furbi”, nel frattempo spieghiamo perché saltare la somministrazione del vaccini per paure infondate rischia di creare un danno per tutti.


Il primo danno, evidenziato anche dal generale Figliuolo, è quello delle già preziose e fondamentali dosi che verrebbero sprecate e gettate nella spazzatura. Come mai? Ogni vaccino deve seguire un rigoroso piano di conservazione con un conseguente periodo di validità che, una volta superato, rende il prodotto inutilizzabile.

Nel caso di AstraZeneca, come riportato dal sito dell’AIFA (nello specifico da pagina 9 a pagina 10 di questo documento), per ogni flaconcino ci sono dalle 8 alle 10 dosi disponibili che devono essere somministrate entro 6 ore dall’apertura. Le liste di riserva, in questo caso, dovrebbero servire proprio per coprire le disdette coprendo le dosi disponibili per ogni flaconcino rimasto aperto nell’arco di quelle 6 ore.

C’è un altro problema nel caso queste liste non fossero attivate e prese in considerazione. Oltre al danno causato dalla perdita di preziosi dosi di vaccino, c’è anche un danno economico per la casse dello Stato. Infatti, ogni medico vaccinatore verrà pagato comunque per tutte le dosi che dovrebbero essere somministrate secondo gli appuntamenti previsti, facendo inoltre perdere tempo prezioso.

La disdetta del vaccino, oltre ad essere un rischio per la persona che rifiuta la somministrazione per paure infondate preferendo un vaccino “migliore” (quando per la protezione individuale lo sono già tutti quelli autorizzati dall’EMA) è un danno nella lotta contro la pandemia, scatena un effetto a catena ai danni della collettività sia a livello economico che sociale. Ecco perché, di fronte ai dati e alle possibilità che abbiamo, non bisogna sprecare nemmeno una dose.

Foto di copertina: Pietro Grasso si vaccina con AstraZeneca (Twitter, 22 marzo 2021)

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