Vaccini in Lombardia, l’annuncio dei vertici di Aria: «Dal 1° aprile pronta la piattaforma di Poste»

Tutti i consiglieri della partecipata regionale si sono dimessi. L’ex direttore generale (ora amministratore unico) Gubian: «Qualche errore può capitare»

Si sono tutti dimessi, come richiesto giorni fa dal governatore Attilio Fontana, i membri del consiglio di amministrazione di Aria Spa, la partecipata di Regione Lombardia che ha gestito finora le adesioni degli over 80 e del personale della scuola alla campagna vaccinale contro il Coronavirus. Il direttore generale della società, Lorenzo Gubian, è stato quindi nominato amministratore unico ed è stato ascoltato dalla commissione Bilancio del Pirellone. La notizia è che «dal primo aprile» sarà pronta la piattaforma informatica di Poste Italiane, destinata a sostituire quella attualmente in funzione. «L’errore zero è impossibile», ha dichiarato Gubian a proposito dei tanti disservizi che si sono verificati in diverse province lombarde, «qualche errore su 1,3 milioni di eventi può capitare. Non dico che non si potevano evitare, ma dobbiamo tener conto del livello di complessità della prima campagna vaccinale della storia di queste dimensioni».


Gubian ha spiegato che quando il portale di Aria è partito, per non cadere nella “trappola” di un click day si è optato per una procedura a inviti. Ma «non era noto il numero dei centri vaccinali attivi e quindi raccogliere e configurare le agende ha portato anche a errori materiali». Qualche volta, però, «anche le Asst hanno indicato date di attivazione sbagliate che hanno portato a problemi di sovraffollamento o di sotto-allocazione», ha aggiunto il funzionario. Infine, la scelta dell’Unità di crisi regionale di partire con le vaccinazioni il 18 febbraio e non il 1° marzo, come inizialmente previsto, avrebbe determinato ulteriori criticità: «È stata una difficoltà in più, ma la si è accettata, valutando i rischi, per poter iniziare prima la campagna».


Perché però Regione Lombardia non ha subito scelto di affidarsi a Poste, che offre il servizio a titolo gratuito, come hanno fatto invece Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo e successivamente anche la Basilicata? «La prima volta che il sistema di Poste è stato valutato mancavano alcuni servizi come la gestione del magazzino, quella degli inviti e l’anamnesi», ha detto ancora Gubian, «motivo per cui si è deciso di non tenere inizialmente conto di quella proposta». Insomma: la soluzione inizialmente offerta da Poste sarebbe stata carente di alcune funzioni e «non si riusciva a strutturarle nei tempi previsti, per questo si è deciso di procedere in modo diverso». Adesso però, nel giro di un mese, «Poste è riuscita a sviluppare le funzioni richieste e quindi ora, dal primo aprile, saranno pronti con la loro piattaforma». Sul fronte dell’adesione alla campagna vaccinale, in ogni caso, occorre sottolineare come le regioni italiane stiano andando avanti in ordine decisamente sparso, ognuna con differenti modalità di prenotazione delle dosi.

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