Dalla Calabria alla Sicilia per un vaccino: la storia di Mattia, malato di Parkinson. La moglie: «Surreale, siamo disposti a pagarlo ma fatecelo a casa»

A 70 anni Mattia Sottile per sottoporsi al vaccino dovrebbe fare 400 km, cambiando persino regione. Come è possibile? Il grido d’aiuto della moglie a Open: «Siamo barricati a casa da marzo, il nostro è un ergastolo. Con il vaccino avremmo potuto rivedere i nostri figli. E, invece, saremo costretti a rifiutarlo. Lo Stato ci ha abbandonati»

«Confermato l’appuntamento per la prima dose del vaccino Covid-19 in data 5 aprile 2021 presso l’ospedale Busacca a Scicli nella fascia oraria 13-14». A ricevere questo messaggio «che grida vendetta» è Mattia Sottile, 70 anni, malato di Parkinson da più di 20 anni, invalido al 100 per cento con accompagnamento e legge 104, dopo essersi prenotato tramite il numero verde. Fin qui nulla di strano se non fosse che Mattia abita a Cosenza e che il giorno di Pasquetta, secondo il messaggio ricevuto, dovrebbe viaggiare dalla Calabria alla Sicilia, nel cuore di Ragusa per sottoporsi alla somministrazione di Pfizer. Oltre 6 ore di viaggio in auto, più di 400 km. Senza parlare poi della situazione dei mezzi pubblici: Mattia e sua moglie Rossella Cinelli dovrebbero prendere prima un bus, poi due treni per “sbarcare” a Scicli dopo la bellezza di 23 ore di tratta. Un viaggio della speranza, neanche per andare negli States.


«Sileri, venga a prendere lei mio marito e lo porti a Scicli»

«Non c’è logica in questo sistema di prenotazione, è surreale. Forse pensano di fargli fare il vaccino da Montalbano? C’è anche cattiveria e accanimento verso le persone deboli e fragili – tuona a Open la moglie di Mattia Sottile -. Al sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri dico: se lo venga a prendere lui mio marito e lo porti a Scicli con un volo militare». Poi lancia una provocazione: «Se non vogliono darci il vaccino, siamo disposti persino ad acquistarlo, a qualsiasi prezzo ma fatecelo a casa, a domicilio. Siamo pronti a rinunciare a tutti i risparmi della nostra vita per una speranza in più di vivere e di vedere i nostri figli».


«Il nostro è un ergastolo senza l’ora d’aria, barricati a casa da marzo»

È chiaro che se le cose dovessero restare così Mattia rinuncerà al vaccino. Non ha la possibilità di spostarsi. Non può affrontare un viaggio così lungo. «Non possiamo andarci», è il commento lapidario della moglie arrabbiata. «Siamo barricati a casa da marzo – racconta a Open -. Non vediamo più i nostri figli, se non per qualche ora a Natale, a distanza. Il nostro è un ergastolo senza l’ora d’aria, pur non avendo commesso alcun reato. Per noi il vaccino significherebbe vedere i nostri figli, così non si può andare avanti». In questi mesi, dunque, non sono usciti nemmeno per farsi una passeggiata: la spesa la fanno online e i figli non riescono a vederli.

La signora Rossella confida che vorrebbe andare dal parrucchiere («ho i capelli in condizioni pietose») ma è terrorizzata: «Lui è stremato dalla malattia, sono io ad aiutarlo a vestirsi, a spogliarsi. Non è più nemmeno in grado di parlare. A questo punto ci dicano chiaramente che siamo un peso, lo Stato ci ha abbandonati. Mio marito è triste, amareggiato, si sente un invisibile. Temo che, così facendo, vogliano solo farci morire».

Cosa dicono la Regione Calabria e la Regione Siciliana

Una situazione talmente incredibile che stentano a crederci persino le due regioni coinvolte nella vicenda. «Mi pare strano», si limita a commentare l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza mentre dalla Regione Calabria prima «non escludono che possa essere successo per un errore dell’applicativo Poste essendo su scala nazionale», poi confermano che è tutto in “regola”. Salvatore Rotundo, ingegnere informatico che «gestisce la piattaforma» per i vaccini della regione, dice a Open: «Mi confermano che è previsto così a livello nazionale». E alla nostra domanda: «Quindi da Cosenza deve andare in Sicilia?», risponde: «Se vuole, potenzialmente in tutta Italia».

La Calabria è la regione che ha fatto meno vaccini d’Italia

La Calabria, tra l’altro, è l’ultima regione per numero di somministrazioni di vaccini con il 76,3 per cento (la media è dell’84,9). Nello specifico, ha somministrato 240.620 dosi su 315.490 disponibili. I dati sono aggiornati al 28 marzo ore 19.31. Nelle ultime 24 ore, poi, sono stati registrati 366 nuovi casi e 5 morti. Cosenza è la provincia con il numero più alto di nuovi contagi (+191). Insomma, la situazione in Calabria sembra essere incandescente: «Non ho più parole per definire la situazione vaccinale nella nostra regione. Nessuna parola può descrivere il disastro che sta combinando la giunta regionale di centrodestra guidata da Nino Spirlì», ha dichiarato Giuseppe Giudiceandrea, coordinatore provinciale Forum Pd di Cosenza. Il Corriere della Calabria, infine, denuncia senza mezzi termini i presunti ritardi per le vaccinazioni degli over 80 e del personale sanitario oltre ai problemi riscontrati dalle categorie fragili «che continuano a rimbalzare sulla piattaforma online per via del mancato riconoscimento di codici esenzione e tessere sanitarie». «Siamo ancora lontani, forse lontanissimi, dal poter dire che va tutto bene», scrivono.

Foto in copertina: OPEN | L’sms ricevuto da Mattia Sottile che lo avvisa della prenotazione del vaccino in Sicilia

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