Coronavirus, il governo studia un pass per gli spostamenti tra regioni e gli eventi: ecco cos’è e chi potrebbe richiederlo

Sulla scia del green pass in studio a Bruxelles, l’esecutivo Draghi pensa a un certificato di non contagiosità in vista delle riaperture

Dopo il passaporto vaccinale europeo, si pensa a un pass italiano. Secondo quanto emerso nell’ultima cabina di regia, il premier Mario Draghi avrebbe messo sul tavolo l’opzione di un certificato per facilitare gli spostamenti tra regioni e la partecipazione agli eventi a chi è stato vaccinato, a chi ha fatto un tampone di esito negativo nelle precedenti 48 ore o ancora a chi sia già guarito dalla Covid-19 (e possa dimostrarlo). Al momento non sono stati definiti tutti i dettagli, ma la logica sembra seguire quella del green pass in studio alla Commissione di Bruxelles in queste settimane che precedono la stagione turistica estiva.


Che cos’è il «pass»

In definitiva, si tratterebbe di un documento (per il momento cartaceo) che certifichi la «non contagiosità» del soggetto, che potrà quindi spostarsi senza limitazioni regionali anche se in zona rossa o arancione. Qualora l’opzione venisse approvata – e al momento parrebbe ci sia l’ok di tutti i ministri ascoltati – il funzionamento preciso verrà illustrato nel decreto Covid previsto per la prossima settimana. Anche in questo caso, come in quello europeo, bisognerà decidere se basterà un’attestazione o servirà un documento ufficiale dell’autorità sanitaria.


A cosa servirà

L’idea arriva in concomitanza con la decisione di riaprire progressivamente diverse attività con l’arrivo dell’estate. Dal 26 aprile, infatti, secondo quanto anticipato, ripartiranno bar e ristoranti con tavoli all’aperto e dal primo maggio si pensa già a riaprire i palazzetti dello sport e gli stadi al pubblico. In questo senso sono già allo studio le linee guida per gli Internazionali di tennis di Roma, previsti da calendario per l’8 maggio (e che l’anno scorso erano stati rimandati all’autunno). Ma il pass potrebbe risultare utile soprattutto a partire dal 1 luglio, quando ripartiranno fiere e convegni in presenza: in quel caso l’ingresso potrebbe essere riservato solo a chi potrà certificare una delle tre condizioni di «non contagiosità».

Immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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