Cominciano a muoversi le pedine sullo scacchiere del centrodestra per la partita delle elezioni comunali. Lo stallo è stato sciolto dalla Lega. Il leader del Carroccio, a Porta a Porta, ha cambiato casella e spostato le responsabilità della situazione sugli alleati di coalizione: «I milanesi meritano un ricambio, io ho già incontrato altre persone oltre ad Albertini. Gli stessi romani lo meritano – ha detto Matteo Salvini -. Continuerò a fare proposte. Però qualcuno ha detto “no a Bertolaso a Roma”, e Bertolaso giustamente si è rotto le scatole; ha detto “no ad Albertini a Milano” e Albertini giustamente ha detto no. Mi rammarica che mentre qualcuno lavora per le soluzioni e per l’unità del centrodestra, qualcun altro disfa».
All’indomani delle dichiarazioni di Salvini, è arrivata la contromossa della leader del centrodestra. «Non è stato Fratelli d’Italia ad aver posto dei veti alle candidature alle comunali di Roma e Milano», avrebbe ricordato Giorgia Meloni, via sms, al segretario leghista. «Ora è necessario convocare un vertice e chiarirsi come coalizione in modo da stabilire prima possibile candidature unitarie». E l’alfiere di Silvio Berlusconi? «Il mio appello a Fratelli d’Italia è a presentare candidati comuni alle amministrative – ha ribadito il forzista Antonio Tajani, già una settimana fa -. A Torino il nome di Damilano non è in discussione, Bertolaso a Roma l’abbiamo proposto noi. Albertini è già stato un eccellente sindaco. Puntiamo a costruire un centrodestra unito e aperto a forze civiche».
Torino unica certezza
Alla fine, l’arrocco di Salvini, che ha esposto la torre milanese e quella capitolina, è servito quantomeno a strappare agli altri leader di coalizione un passo in avanti verso un accordo: il segretario della Lega ha detto ai suoi di essere felice del fatto «che non ci sono e non ci saranno veti incomprensibili a soluzioni utili» e ha richiesto e ottenuto, il prossimo mercoledì 12 maggio, una riunione per discutere delle amministrative con gli altri big del centrodestra. Per le elezioni nelle grandi città, al momento, la coalizione sembra aver trovato l’unica convergenza in Paolo Damilano, imprenditore del Barolo e di acqua minerale, candidato sindaco di Torino.
Copasir e consenso, due mine per l’unità del centrodestra
A Milano e a Roma, i due sindaci uscenti – Beppe Sala e Virginia Raggi -, hanno iniziato la propria campagna elettorale già da mesi. Come mai il centrodestra non riesce a uscire dall’impasse e a presentare dei nomi comuni alla coalizione? Il fatto è che, ormai da un paio di mesi, Salvini e Meloni hanno smesso di parlarsi. C’è innanzitutto la questione della presidenza del Copasir, che Fratelli d’Italia reclama alla Lega in quanto unico partito rimasto all’opposizione, ma che il “giorgettiano” Raffaele Volpi non è intenzionato a mollare. Poi ci sono i sondaggi che, settimana dopo settimana, vedono la regina del centrodestra guadagnare caselle a discapito del re, insofferente, in una partita a che non giova alla coalizione e che rischia di offrire a Sala e Raggi la mossa per lo scacco matto.
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