Elezioni a Milano, occhi puntati sul primo turno. Sala chiuderà subito la partita contro Bernardo e Pavone?

Coalizione di centrosinistra contro coalizione di centrodestra: è questa la sfida in campo sotto la Madonnina

È stata una campagna elettorale fiacca. Nessun colpo di scena, nessuna esplosione nei sondaggi. Giusto qualche gossip sui candidati e sulle alleanze che si sostenevano. Eppure ora ci sono le elezioni comunali. Tra domenica 3 (dalle 7 alle 23) e lunedì 4 ottobre (dalle 7 alle 15) Milano sarà chiamata alle urne per scegliere il suo primo cittadino e i nuovi presidenti di municipio. A differenza del suo predecessore Giuliano Pisapia, Beppe Sala ha deciso di candidarsi. Se fosse rieletto sarebbe il primo sindaco a fare il bis dai tempi di Gabriele Albertini. In caso di sconfitta invece dovrebbe lasciare il posto a uno degli altri 12 pretendenti a Palazzo Marino. Se si arriverà al ballottaggio, il secondo round è previsto tra il 17 e il 18 ottobre. E qui Giuseppe Conte ha già chiarito che il M5s appoggerà il centrosinistra. Leggendo queste premesse, Sala potrebbe anche lasciare tutte le sue matite sulla scrivania di Palazzo Marino la notte prima delle elezioni. Non per tutti, però, il risultato è così scontato. Ecco le dichiarazioni di Matteo Salvini:


«Io non vendo certezze. Ma ho la convinzione, girando Milano quartiere per quartiere, sentendo tanta gente silenziosa, dignitosa, laboriosa, quella che non risponde ai giornalisti o ai sondaggisti, che domenica a Milano ci sarà una sorpresa per cui qualcuno dovrà prendere un po’ di Maalox. E poi ci vediamo al ballottaggio»


I due contendenti: il manager Sala e il pediatra Bernardo

ANSA/DANIEL DAL ZENNARO | Luca Bernardo, il candidato del centrodestra

Coalizione di centrosinistra contro coalizione di centrodestra: è questa la sfida in campo sotto la Madonnina. La scelta del candidato per il centrosinistra è stata più semplice. Dopo qualche settimana di incertezza, Sala ha dato subito la sua disponibilità per presentarsi alla guida di una coalizione ampia che parte dal Pd e include Radicali, Verdi, Volt e Azione. Sala ufficialmente non ha la tessera di nessun partito ma nel marzo del 2021 ha aderito ai Verdi europei. Classe 1958, manager, guida di Expo 2015, nel suo mandato da sindaco Sala ha affrontato uno dei primi lockdown mai registrati in tutto il Paese. Nei sondaggi di gradimento ha sempre totalizzato buoni punteggi ma nel luglio 2021 per la prima volta il suo indice di apprezzamento è sceso del 50%.

Pediatra, esperto di cyberbullismo, Luca Bernardo è invece il candidato scelto faticosamente dalla coalizione di centrodestra. Nella fase delle consultazioni, Salvini era passato anche dall’ex sindaco Gabriele Albertini che dal 1997 al 2001 aveva guidato la città con Forza italia e una squadra che andava da Alleanza Nazionale all’Udc. Classe 1967, Bernardo sta giocando il suo assalto a Palazzo Marino sui temi della sicurezza, delle periferie e sulle piste ciclabili. Queste nello specifico sarebbero da abbattere, non da moltiplicare. Il suo nome tiene insieme una coalizione di centrodestra che non si è mostrata molto unita. La prova regina è stata un audio attribuito allo stesso Bernardo in cui sollecitava i leader di partito della sua coalizione a versare la quota necessaria per la campagna elettorale. Pena: il suo ritiro.

I Cinque stelle e il tentativo di Gianlugi Paragone

ANSA/ MATTEO CORNER | Layla Pavone, la candidata del M5s

La candidata del Movimento 5 Stelle è Layla Pavone. Esperta in pubblicità online, il suo nome è stato scelto direttamente dal capo politico del Movimento, Giuseppe Conte. Un’investitura in cui è stata sconfessata la base, che invece puntava a Elena Sironi. L’ex premier è fiducioso sul futuro di Milano, un territorio in cui il M5s non ha mai brillato: «C’è un nuovo corso del M5S, lo stiamo interpretando anche con Layla Pavone, ci teniamo molto a questo progetto e riteniamo che sia un’ottima interprete per offrire una prospettiva di Milano all’avanguardia nel settore dell’innovazione tecnologica, della sicurezza e della rigenerazione urbana».

Qualche punto dietro di lei c’è l’outsider Gianluigi Paragone. Passato dal giornalismo alla politica e qui dal Movimento 5 Stelle a Italexit, Paragone si è candidato sindaco con una colazione che comprende due liste: Milano Paragone Sindaco e Grande Nord, una formazione politica nata da ex leghisti che hanno sconfessato la svolta nazionale del Carroccio imposta da Salvini.

Gli altri candidati: dal Pci al Movimento 3V

Oltre ai nomi principali, in corsa per questa elezioni c’è anche tutta una serie di formazioni più piccole. In tutto i candidati per Palazzo Marino sono 13:

  • Bryant Biavaschi: Milano Inizia Qui
  • Giorgio Goggi: Milano Liberale, Socialisti di Milano
  • Gabriele Mariani: Milano in Comune, Civica AmbientaLista
  • Natale Azzaretto: Partito Comunista dei Lavoratori
  • Marco Muggiani: Partito Comunista Italiano
  • Alessandro Pascale: Partito Comunista
  • Mauro Festa: Partito Gay
  • Bianca Miriam Tedone: Potere al Popolo
  • Teodosio De Bonis: Movimento 3V

I sondaggi

Come si sa, l’autorità sulle comunicazioni proibisce la divulgazione di nuovi sondaggi negli ultimi 15 giorni prima del voto. Ovviamente le società di rilevazione continuano a effettuarli, per i loro clienti (istituzioni, forze politiche e singoli candidati) e come lavoro preparatorio in vista di instant poll, exit poll e proiezioni di lunedì pomeriggio. Ma è impossibile (e vietatissimo) pubblicarli. Gli ultimi ufficiali li potete trovare qui.

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