Elezioni comunali 2021: i sondaggi

Secondo i sondaggi il centrosinistra sarebbe avanti a Milano, Bologna e Napoli. A Torino la partita è incerta, anche se il candidato di centrodestra risulta favorito. Esito imprevedibili a Roma, la grande incognita di queste elezioni

Il 3 e il 4 ottobre oltre 12 milioni di cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi sindaci e le relative amministrazioni in 1.348 comuni italiani. Al contempo, si voterà anche in Calabria per il rinnovo del consiglio regionale, mentre in Toscana e nel Lazio si voterà anche per le suppletive della Camera. Ma gli occhi dei sondaggisti sono puntati soprattutto verso le sei città chiave di questa tornata di elezioni comunali: Roma, Torino, Milano, Napoli, Trieste e Bologna. Se la vittoria del centrosinistra viene data pressoché certa nel capoluogo lombardo, così come a Bologna – in entrambi i casi forse già al primo turno -, sembra altrettanto probabile che l’ex ministro Gaetano Manfredi diventerà il nuovo primo cittadino di Napoli, ma dopo i ballottaggi. Le due grandi incognite riguardando invece i destini di Roma e Torino, attualmente amministrate dal M5s. E se nel capoluogo piemontese sembra più probabile la vittoria del candidato di centrodestra Paolo Damilano, nella Capitale è testa a testa tra Roberto Gualtieri (Pd) ed Enrico Michetti, in lieve vantaggio rispetto al candidato dem. Ma non si escludono sorprese. Già, perché in questa tornata elettorale, il ruolo del M5s sembra essere destinato a essere quello di ago della bilancia durante i ballottaggi del 17 e 18 ottobre, diversamente da quanto accaduto cinque anni fa, quando il Movimento fu protagonista indiscusso delle elezioni comunali del 2016. 


Roma

Nella Capitale regna l’incertezza più assoluta, anche legata all’alto numero di candidati sindaci votabili al primo turno, ben 23, che “rosicchiano” preferenze ai volti più noti della corsa al Campidoglio. La sfida principale sarà, con le maggiori probabilità, tra il candidato del centrodestra Enrico Michetti e l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, vincitore delle primarie del Pd nella Capitale. Michetti è primo in tutti i sondaggi con una media del 30 per cento delle preferenze. Segue Gualtieri che, secondo le previsioni, dovrebbe raccogliere in media il 27 per cento dei voti dei cittadini romani. Sotto la soglia del 20 per cento, ci sono invece gli altri due big della corsa alla guida della Capitale: l’attuale sindaca del M5s Virginia Raggi e il leader di Azione Carlo Calenda, dati entrambi in media al 19-20 per cento delle preferenze. Ma le percentuali dei quattro principali candidati oscillano di settimana in settimana, anche al netto dell’alta percentuale di romani attualmente indecisi sul voto (44 per cento, secondo le ultime stime di Youtrend). Di conseguenza, Roma è la città che porta con sé le maggiori incognite di questa tornata elettorale, a partire proprio dai possibili sfidanti che finiranno al ballottaggio tra i “big”. E non mancherà di riservare le maggiori sorprese sino all’ultima scheda. 


Torino

Incognite anche a Torino dove i candidati sindaco sono 13, sostenuti da 30 liste. Ma la sfida finale, con tutte le probabilità, sarà tra il candidato del centrodestra Paolo Damilano e il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo. Entrambi i candidati gravitano, in media, intorno al 40 per cento delle preferenze, con un lieve vantaggio del candidato del centrodestra. Ben lontana da queste percentuali Valentina Sganga, la candidata sindaca del M5s che concorrerà per i pentastellati dopo la scelta dell’attuale sindaca Chiara Appendino di non ricandidarsi. In media, Sganga raccoglie poco meno del 10 per cento delle preferenze. Un dato che potrebbe essere decisivo in fase di ballottaggio tra Damilano e Lo Russo. Ma diversamente da altre città (come Napoli) a Torino il M5s e il Partito Democratico non sono minimamente in sintonia, anzi. Di conseguenza non è detto che i possibili voti dell’elettorato penta stellato torinese confluiranno verso Lo Russo in fase di ballottaggio. E come a Roma, anche a Torino il numero di elettori attualmente indecisi è molto alta e le prossime settimane a ridosso del 3 e 4 ottobre saranno decisive per convincere questa fetta di elettorato che sarà decisiva per l’elezione del prossimo sindaco di Torino. 

Napoli

Nell’unica città assieme a Bologna in cui Partito Democratico e M5s sono riusciti a convergere su un nome condiviso, Gaetano Manfredi, l’ex ministro dell’Università del governo Conte II, è di gran lunga avanti in tutti i sondaggi con una media del 45 per cento delle preferenze. Segue il candidato del centrodestra Catello Maresca con circa il 30 per cento dei voti dei napoletani. Terzo l’ex sindaco di Napoli ed ex presidente della regione Campania, Antonio Bassolino, che pur esprimendo una candidatura di centrosinistra ha deciso di correre in solitaria, supportato da diverse liste civiche e da quella di Azione di Carlo Calenda, attestandosi in media al 15 per cento delle preferenze. Poche chance per l’ex assessore comunale alla Polizia municipale Alessandra Clemente, così come per il consigliere comunale ed ex esponente del M5s, Matteo Brambilla. L’elezione del nuovo sindaco di Napoli, con tutte le probabilità, avverrà dunque in fase di ballottaggio e l’elezione di Manfredi quale successore di Luigi De Magistris è data pressoché per certa. 

Milano 

Nel capoluogo lombardo la strada verso la rielezione dell’attuale sindaco Beppe Sala sembra essere completamente spianata, a discapito del candidato del centrodestra Luca Bernardo e di Layla Pavone, candidata per il M5s e fortemente voluta da Giuseppe Conte. Sala, alla ricerca di un secondo mandato, secondo i sondaggi e salvo sorprese potrebbe vincere già al primo turno. Il primo cittadino meneghino, infatti, raccoglie poco meno del 50 per cento delle preferenze degli elettori milanesi, diversamente da Luca Bernardo che si attesta intorno al 35 per cento, e Pavone che, in media, raccoglie solo il 5 per cento dei voti. Insomma, la partita a Milano potrebbe chiudersi già al primo turno, senza andare ai ballottaggi. 

Bologna

Anche a Bologna, secondo i sondaggi, l’esito del voto pare essere scontato. Il candidato del centrosinistra e sostenuto anche dal M5s, Matteo Lepore, attuale assessore alla Cultura della giunta comunale guidata dal sindaco uscente Virginio Merola, vola nei sondaggi, superando di gran lunga il 50 per cento delle preferenze degli elettori bolognesi. Le preferenze per il candidato del centrodestra Fabio Battistini si attestano, in media, al 35 per cento. La vittoria di Lepore è data dunque per scontata già al primo turno. Resterà dunque da constatare con quale margine supererà gli altri candidati che corrono per l’elezione a sindaco del capoluogo emiliano-romagnolo. 

Trieste 

Nel capoluogo del Friuli Venezia-Giulia, l’attuale sindaco del centrodestra Roberto Dipiazza verrà riconfermato, con tutte le probabilità. Secondo i sondaggi le preferenze a suo favore si attestano in media leggermente al di sotto del 50 per cento. Segue il candidato del centrosinistra Francesco Russo con una media di voti che si attesta intorno al 35 per cento. La candidata del M5s Alessandra Richetti è praticamente fuori dalla corsa per la guida di palazzo Cheba, raccogliendo una percentuale di voti che si attesta ampiamente sotto il 10 per cento delle preferenze. La pentastellata viene infatti superata con circa il 15 per cento dei voti dei triestini dalla lista civica Adesso Trieste di Riccardo Laterza che, al primo turno, da un lato potrebbe scongiurare la vittoria di Dipiazza e, al contempo, in vista dei ballottaggi, potrebbe diventare ago della bilancia per l’elezione del nuovo primo cittadino. Fonti della lista Adesso Trieste fanno infatti sapere che al momento, l’obiettivo primario è però quello di «arrivare al secondo turno», superando dunque il candidato del centrosinistra Russo. Qualora la lista non dovesse però accedere al ballottaggio si riunirà «martedì 5 ottobre in Assemblea Cittadina per discutere dell’esito del primo turno». Dunque, la strada per la riconferma (per la quarta volta consecutiva) dell’attuale primo cittadino Roberto Dipiazza è lo scenario più probabile, ma non l’unico possibile.

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