L’arma segreta degli Azzurri! Lino Banfi racconta l’urlo pugliese ‘imposto’ a Immobile e Insigne – L’intervista

Intervistato da Open, il re della commedia italiana dice: «Sono felicissimo. È come se mi avessero dato un premio, un David di Donatello. Io ero lì, con la mia famiglia davanti alla tv, sperando che dicessero “Porca puttena” ed è successo»

«Sono felicissimo. È come se mi avessero dato un premio, un David di Donatello. Io ero lì, con la mia famiglia davanti alla tv sperando che dicessero “Porca puttena” ed è successo». A parlare a Open è Lino Banfi, il re della commedia italiana, conosciuto dai giovani come Nonno Libero di “Un medico in famiglia“. Un mito che ieri sera Ciro Immobile e Lorenzo Insigne hanno pensato bene di omaggiare gridando “Porca puttena!” davanti alle telecamere dopo aver segnato il secondo e il terzo goal alla Turchia. Una partita in cui la nazionale italiana ha dato il meglio di se stessa asfaltando la Turchia con un netto 3-0.


«Il prossimo deve essere Spinazzola»

L’idea di urlare “porca puttena” nasce da uno scambio di messaggi tra Lino Banfi, Giorgio Chiellini e il mister Roberto Mancini. A quest’ultimo l’attore ha chiesto espressamente di dire “Porca puttena” in caso di goal: e quell’augurio ha portato fortuna all’Italia, più in forma che mai. «A ora di pranzo davo loro alcuni consigli, lo facevo per rallegrarli. Cosa ci siamo detti? Cose segrete – ironizza – col ca**o che ve lo dico, sennò che segreti sono […] Sono tutti dei bravi “regazzi” ed è stato bello vederli sorridere ieri sera, mai visti così. Adesso, però, mi aspetto che il prossimo a dirlo sia Spinazzola. Sono sicuro che sarà suo il goal nella prossime partita».


«Che classe, non mi è piaciuto l’arbitro»

Quello di ieri sera, 11 giugno, «è stato un risultato bellissimo, di grande classe. I nostri giocatori erano tosti, l’arbitro invece, non mi è piaciuto, non ci ha dato soddisfazioni». Vedere lo stadio con il pubblico, dopo un durissimo periodo di chiusure a causa della pandemia del Coronavirus, lo ha reso felice: «Tutta un’altra atmosfera, piano piano si riprenderà tutto», ci dice.

«Insegniamolo anche a inglesi e tedeschi»

Intanto Lino Banfi si consola con le sue orecchiette – servite nel ristorante di famiglia a Roma – che, guarda caso, si chiamano proprio alla “porca puttena”: «Sono piccanti, è una puttanesca rivista da noi con olive e capocollo. Andranno sempre più forti». Adesso “porca puttena” – che non è altro che «uno sfogo», «un rafforzativo che dà simpatia, non una parolaccia» – potrebbe diventare il tormentone azzurro di questi Europei: «Insegniamolo anche agli inglesi e ai tedeschi», conclude Lino Banfi.

Foto in copertina: ANSA/CLAUDIO ONORATI

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