Dalla rivincita di Daley al sopravvissuto Naifonov: cinque storie di queste Olimpiadi che non dimenticheremo

La frase diventata iconica del saltatore Barshim. Il trionfo dell’outsider Hafnaoui. Volti e momenti di questi Giochi che resteranno impressi nella memoria, oltre le imprese azzurre

Sedici giorni di gare. Sedici giorni in cui l’Italia ha battuto record su record. Mai cosi tante medaglie in una sola Olimpiade, 40 in totale, almeno una al giorno. Poi c’è stato quel primo agosto indimenticabile per l’atletica azzurra. E poi, ancora, il trionfo della 4×100, con la rivincita di Filippo Tortu e la storia – bellissima – di Fausto Desalu e di sua madre Veronica. Ma in queste due settimane di Giochi olimpici sono tante le storie – non solo targate Italia – che hanno accompagnato gli stadi, le arene e le piscine di Tokyo svuotate, silenziose, senza pubblico. Storie, piccole e grandi, che rendono l’evento a cinque cerchi che si presenta ogni quattro anni tra i più belli che lo sport può regalare. Per celebrare questa Olimpiade atipica, posticipata di un anno a causa della pandemia, abbiamo scelto cinque storie da non dimenticare.


Le giovanissime dello skateboard e la veterana della ginnastica

EPA/JIJI PRESS JAPAN | Momiji Nishiya

I Giochi hanno visto la partecipazione di atleti giovanissimi, e di altri a fine carriera. Sul podio dello skateboard femminile sono salite in ordine, la tredicenne Nishiya, la coetanea Leal, e la sedicenne Nakayama. Un trio giovanissimo, 42 anni in totale. Quasi quanti quelli della ginnasta uzbeka Oksana Chusovitina che a 46 anni ha partecipato alla sua ottava e ultima olimpiade.


La rivincita di Tom Daley

EPA/PATRICK B. KRAEMER | Tom Daley

«Ho fatto coming out nel 2013 e quando ero più giovane mi sono sempre sentito quello solo, diverso e non adatto». Tom Daley, 27 anni, dopo la vittoria dell’oro ha fatto un discorso appassionato rivolgendosi alla comunità Lgbtq+. Lui, che da piccolo ha raccontato di essere stato bullizzato, emarginato, messo da parte, con il suo oro olimpico si è finalmente preso la sua rivincita verso chi non credeva in lui. Daley, arrivato a Tokyo con già due bronzi, ha portato a casa anche l’oro nel sincro 10m, e un altro bronzo individuale.

Ahmed Hafnaoui: l’outsider del nuoto

EPA/JOE | Ahmed Hafnaoui

Si era qualificato per la finale dei 400 stile libero con l’ultimo tempo disponibile. Per questo, gli era stata assegnata la corsia 8, quella di chi difficilmente può andare a medaglia. Ma da outsider del nuoto, entrato in finale quasi per miracolo, il tunisino Hafnaoui ha compiuto qualcosa di straordinario arrivando davanti a tutti i super favoriti, l’australiano McLoughlin, lo statunitense Smith.

Il bronzo di Naifonov: il lottatore sopravvissuto alla strage di Beslan

EPA/RITCHIE B. TONGO | Artur Naifonov contro Javrail Shapiev nella finale per il bronzo

Quella che vede protagonista Artur Naifonov è forse una delle storie più straordinarie di questi Giochi olimpici. Il lottatore russo, vincitore del bronzo nella categoria 86kg, aveva sette anni quando nel 2004 un commando di terroristi fece irruzione nella scuola di Beslan, in Ossezia del Nord. Naifonov rimase in ostaggio per tre giorni insieme a 1200 persone, di cui 700 bambini. Quando le forze speciali russe fecero irruzione, causarono una strage di 300 vittime, tra cui 186 bambini. In quel massacro Naifonov perse la madre.

«Can we have two golds?»

ANSA / CIRO FUSCO | Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim

«Possiamo avere due ori?». Uno dei momenti più iconici, più belli, di questi Giochi – e non solo perché c’entrano i colori azzurri – è quello che ha visto l’atleta del Qatar Mutaz Barshim, e il nostro Gianmarco Tamberi, decidere di condividere l’oro nel salto in alto. Alla fine di una gara perfetta, in cui entrambi hanno saltato senza errori fino a 2.37, i due atleti, e amici, hanno deciso di non privare l’altro di un sogno atteso da tutta una vita. «Facciamo la storia, amico mio».

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