L’obbligo vaccinale dopo la stretta sul Green pass? Gelmini sicura: «Non servirà». Orlando: «Resta un’opzione»

Secondo alcuni esperti, tra cui Pregliasco, sarebbe la soluzione migliore. La ministra degli Affari regionali: «L’estensione della certificazione verde sarà sufficiente, a fine mese faremo una verifica»

Mentre il governo ha deciso di estendere l’utilizzo del Green pass ai lavoratori pubblici e privati, sullo sfondo resta vivo il dibattito sull’obbligo vaccinale. Mariastella Gelmini, ministra degli Affari regionali, ha detto di essere d’accordo con l’obbligo vaccinale anche se è convinta che «non servirà». «Il provvedimento assunto ieri è estensivo e universale, mette sullo stesso piano pubblico e privato. Grazie al Green pass non ci sarà bisogno dell’obbligo vaccinale», che pure continua a essere visto da alcuni esperti, tra cui il virologo Fabrizio Pregliasco, come la soluzione migliore. La certificazione verde «è uno strumento non per comprimere la libertà ma per difendere gli spazi di libertà. Faremo una verifica a fine mese e vogliamo procedere ad un allentamento delle misure e maggiori aperture di spazi culturali e sportivi, la strada intrapresa è l’unica possibile per un ritorno alla normalità», ha concluso la ministra.


Orlando: «Spingere la campagna vaccinale verso l’obiettivo previsto»

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, da parte sua, ha commentato: «Si sono fatti dei passi per ascoltare le ragioni del sindacato, il principio del tampone gratis avrebbe minato l’impalcatura della campagna vaccinale che è lo strumento chiave della lotta alla pandemia. La priorità è la sicurezza nei luoghi di lavoro e non possiamo permetterci nuove restrizioni in autunno», ha detto in un’intervista a la Repubblica. Ottenere il Green pass a costi accessibili per tutti è possibile, dice il ministro, e «il nostro decreto prevede un prezzo calmierato per i tamponi». «Il sindacato ci ha chiesto perché non adottare l’obbligo vaccinale e noi abbiamo spiegato che, pur senza escluderlo, in questo momento preferiamo evitare una polarizzazione delle posizioni sul vaccino che sarebbe dannosa e controproducente», ha spiegato ancora il ministro. Dunque, è arrivato il momento «di spingere tutti insieme affinché la copertura vaccinale raggiunga i traguardi previsti».


Estendendo il Green pass, adesso, si spera anche di convincere gli scettici: «Escludo che i circa quattro milioni di lavoratori non ancora vaccinati siano tutti No vax. Anzi, sono sicuro che questi siano una esigua minoranza. La maggior parte dei non vaccinati è composta da persone che nutrono dubbi e perplessità», ha chiarito Orlando. Sul dibattito relativo alla capienza delle sale per cinema e teatri, Orlando dice di «condividere la posizione» espressa da Dario Franceschini. La necessità di procedere con cautela non ha impedito di stabilire «che a breve sarà fatta una valutazione per rivedere le regole di questo settore». Rispetto alla posizione della Lega sul Green pass, invece, «non entro nel merito del dibattito in casa altrui ma è evidente che c’è un pezzo del gruppo dirigente leghista che ha scelto di investire nel governo e un altro pezzo che è impegnato nell’inseguimento delle posizioni di Meloni. Io spero solo che questa divisione non abbia riflessi sulla tenuta del governo e che non produca altri sotterfugi come il no al voto segreto in Parlamento per provvedimenti approvati all’unanimità in Consiglio dei ministri».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/TONY VECE

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