Chi è Stefano Lo Russo, candidato di centrosinistra alle elezioni comunali di Torino

Classe 1975, docente ordinario di geologia al Politecnico di Torino, in passato è stato volontario con i salesiani nell’Operazione Mato Grosso in America Latina

Stefano Lo Russo è il candidato della coalizione del centrosinistra che correrà alla carica di sindaco di Torino alle prossime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, dove sfiderà il candidato del centrodestra Paolo Damilano  e la candidata del M5s Valentina Sganga. La sua candidatura è il risultato delle elezioni primarie del centrosinistra dello scorso giugno, quando Lo Russo si è imposto con poco meno di 300 voti di scarto in più (4.229 voti, 37,48%) sullo sfidante, il civico Francesco Tresso (3.932 voti, 34,85%), su una platea di 11.631 elettori. Lo Russo, classe 1975, docente ordinario di geologia al Politecnico di Torino, in passato volontario con i salesiani nell’Operazione Mato Grosso in America Latina, ha ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche urbanistiche di Torino e successivamente è diventato capogruppo del Pd in Sala Rossa.


Sul piano delle alleanze politiche, Lo Russo raccoglie un’eredità particolarmente difficile, anche alla luce delle due più recenti sconfitte elettorali del Pd in Piemonte. La prima nel 2016, quando alla guida di Torino si insediò la giunta dei pentastellati guidata dalla sindaca uscente Chiara Appendino, contro cui Lo Russo ha portato avanti un’opposizione particolarmente dura, essendo da sempre contrario all’alleanza giallorossa con il M5s. Il MoVimento, per queste ragioni, non sostiene la candidatura di Lo Russo. L’altro colpo per il Pd piemontese è arrivato alle Regionali del 2019, quando la coalizione di centrodestra si è nuovamente insediata alla guida della regione, con la vittoria di Alberto Cirio sul dem Sergio Chiamparino. Le cause di tale insuccessi, anche secondo Lo Russo, sono legate all’abbandono delle periferie da parte dei dem: «Il centrosinistra unito potrà vincere al primo turno se sarà capace di dare risposte ai bisogni evidenti che ci sono soprattutto nelle periferie cittadine. C’è una riflessione profonda politica da fare su come dovremo impostare la campagna elettorale perché è evidente che il centrosinistra ha in questo momento una debolezza strutturale soprattutto nella periferia Nord». Ci riuscirà? 


Le liste

La candidatura a sindaco di Torino di Stefano Lo Russo è sostenuta da sei liste: Partito democratico, Lista civica Lo Russo sindaco, Moderati, Sinistra Ecologista, Articolo 1 Psi, e Torino Domani. A sostenere la candidatura di Lo Russo c’è anche Azione di Carlo Calenda, che però non è presente con una lista. Assente il M5s, che correrà in solitaria con Sganga.

Il programma

Tra i primi punti del programma di Stefano Lo Russo per Torino c’è il lavoro, «ridando speranza a tante parti della città che l’hanno persa e a far tornare sentire i torinesi parte attiva e orgogliosi della città». In tale ambito l’obiettivo è quello di creare quelle che il candidato dem definisce «condizioni abilitanti», affinché «le persone che hanno interesse a sviluppare la propria attività a Torino, possano trovare occasioni di sviluppo». Non a caso tra i punti programmatici di Lo Russo c’è il tema della burocrazia e delle relative procedure che, a detta del candidato dem, «attualmente sono in molti casi assolutamente contrari allo sviluppo imprenditoriale ed economico cittadino». Di conseguenza, «una delle prime azioni che metteremo in campo in caso di vittoria – spiega Lo Russo – per sviluppare e far ripartire la macchina economica è quella della semplificazione burocratica». In tal senso, spiega ancora, «dobbiamo cambiare la modalità con cui normalmente la Pa ragiona. Abbiamo per esempio un problema di efficienza, penso magari alle carte d’identità – spiega ancora il candidato dem – e trovo iniquo che un cittadino residente in qualche comune della cintura torinese riesca a ottenere il nuovo documento in pochi giorni, mentre a Torino ci metta cinque mesi. Insomma, c’è un problema strutturale che va risolto con energie nuove, assunzioni, cambi di procedure». 

Al centro del programma di Lo Russo c’è però la questione delle periferie. Secondo il candidato del Pd «è urgente recuperare le diseguaglianze di opportunità che ci sono a Torino e che sono molto spesso legati alla zona in cui vivono». E per fare ciò Lo Russo intende mettere in campo «una serie di azioni coordinate, tra cui la cura dello spazio pubblico e la cura degli edifici pubblici» affinché il cittadino possa sentire «l’amministrazione comunale più vicina in quelli che sono in bisogni né di destra né di sinistra, ma sono buona e corretta amministrazione». «In chiave preventiva, per far fronte alle situazioni di disagio – prosegue Lo Russo – noi puntiamo ad avere un’amministrazione comunale che è prossima e che è in grado di presidiare il territorio con meno telecamere e più sociale, secondo il concetto di prossimità». Strettamente collegato alla questione c’è il tema delle opportunità di lavoro «che è la cifra verso la quale dobbiamo muoverci per provare a invertire un trend di degrado che oggi, in alcune zone della città, è diventato davvero complicato e quasi intollerabile». Partendo dalla collocazione strategica di Torino, «che è una grande città italiana, anche se in passato lo è stata un po’ di più – osserva infine Lo Russo – e noi dobbiamo avere l’ambizione di farla tornare protagonista in Italia e in Europa». 

Foto in copertina: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

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