L’attacco al Green pass della poliziotta di Treviso Caterina Fabbrizzi: «È discriminatorio»

La vice sovrintendente della polizia ferroviaria, però, ha preso le distanze dalla collega Schilirò: «Non condivido la sua posizione sulla illegittimità del decreto»

A schierarsi contro la certificazione anti-Covid non c’è solo la vicequestore di Roma Nunzia Schilirò, ormai sospesa dal servizio. La vice sovrintendente della polizia ferroviaria di Treviso Caterina Fabbrizzi, ospite della trasmissione Mediaset Controcorrente condotta da Veronica Gentili, ha fatto sapere di non essersi vaccinata e di essere contraria al Green pass. Secondo Fabbrizzi, le leggi vanno rispettate ma si rischiano «pesanti ricadute». La certificazione anti-Covid, ha detto la poliziotta, è stata percepita come «uno strumento discriminatorio» che, «usato sul posto di lavoro», starebbe di fatto «costringendo i suoi colleghi» a fare «un tampone che ha un costo che non è così irrilevante». «Chi non ha voluto aderire alla campagna vaccinale adesso si trova in difficoltà», ha detto. «Non sono certo una Schilirò non graduata», ha precisato subito dopo, volendo evitare il paragone con la vice questore di Roma. Anzi, ospite in tv come dirigente provinciale del sindacato Fsp, ne ha preso le distanze: «Io condivido il pacifismo a cui lei si appella, la disobbedienza civile in modo gandhiano, ma non condivido la sua posizione sulla illegittimità del decreto. C’è una legge dello Stato e deve essere un giudice a intervenire e non certo un operatore di polizia».


Fabbrizzi: «Non sono mai venuta a contatto con il virus»

Fabbrizzi non si è vaccinata, e questo lo ha detto apertamente. L’ha fatto, però, per motivazioni sanitarie e strettamente personali. «Non me la sono sentita», ha spiegato, «io comunque ho sempre rispettato le norme, il distanziamento sociale, l’uso della mascherina. Non mi sono mai infettata e non ho infettato i colleghi: ho sempre lavorato durante la pandemia, magari ho un’immunità naturale. Ho anche fatto un sierologico e non ho anticorpi. Non sono mai venuta a contatto con il virus». Ma la sua battaglia sul fronte sindacale continuerà: «Ci sono diversi aspetti critici – ha concluso – l’applicazione organizzativa non è semplice e si rischiano pesanti ricadute sia per quanto riguarda i costi dei tamponi che sui colleghi non vaccinati e che non si presentano al lavoro. Questa situazione genera, di conseguenza, forti tensioni e forti malumori».


Foto in copertina da RETE 4 | MEDIASET

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