Lo studio dell’Università di Lund non dimostra che il vaccino anti Covid-19 a mRNA muta il DNA

Quella ricerca svedese non dimostra affatto che i vaccini ci modificano geneticamente, ecco perché

Il 17 marzo 2022, il sito Il Paragone pubblica una “notizia” già in precedenza smentita dagli esperti. Parliamo dello studio di un team di ricerca svedese che avrebbe dimostrato la capacità dell’mRNA dei vaccini contro il nuovo Coronavirus di modificare il DNA. «Aveva ragione Montagnier! Vaccini, lo studio scientifico che conferma le tesi del premio Nobel», titola Il Paragone, ma non è affatto così.

Per chi ha fretta:

  • Lo studio dell’Università di Lund forza una situazione in vitro che non rappresenta le condizioni naturali in cui l’mRNA dei vaccini interagisce con le cellule.
  • Manca un controllo che permetta ai ricercatori di dimostrare che sia avvenuta una modifica del Dna.

Analisi

Gli elementi per sospettare che qualcosa non andasse nello studio apparso su Current issues in molecular biology il 25 febbraio non mancano, a cominciare dalla casa editrice, la svizzera Mdpi che aveva già pubblicato diversi paper controversi, tanto da finire tra le papabili nella blacklist dell’editoria potenzialmente predatoria di Jeffrey Beall. Trovate maggiori approfondimenti qui, qui e qui.

Il paper stesso, prodotto dal gruppo di ricerca dell’Università di Lund guidato da Magnus Rasmussen e Yang De Marinis, era stato già analizzato da Flora Teoh su Health Feedback il 7 marzo. Troviamo anche una analisi del professor Enrico Bucci, esperto proprio nella revisione degli studi scientifici, pubblicata nella sua pagina Facebook il 12 marzo. Altre verifiche sono state pubblicate dai colleghi di AAP il 17 marzo 2022.

Perché lo studio non può dimostrare che i vaccini modificano il Dna

Riportiamo alcuni passaggi dell’articolo de Il Paragone:

Può l’mRNA virale, contenuto nei vaccini Pfizer e Moderna, inserirsi nel DNA delle persone che si sono sottoposte alla vaccinazione? Secondo uno studio condotto in Svezia, presso il Dipartimento di Scienza Cliniche della Lund University di Malmö, la risposta sarebbe sì – continua Paragone -, Nello studio svedese, è stato studiato l’effetto in vitro, del vaccino anti covid Pfizer/BioNTech, su una linea cellulare di fegato umano identificate con la sigla Huh7. […] Si è infatti, constatato che esiste una trascrittasi inversa endogena delle cellule umane (LINEA -1) che trascrive l’RNA messaggero, introdotto con il vaccino Pfizer/BioNTech.Almeno in vitro, l’mRNA del vaccino non si limiterebbe a essere “tradotto” per dare la proteina spike, così come assicurato dai produttori. 

Si tratta di una ricostruzione imprecisa. Lo studio non può aver mostrato in nessun modo che il DNA trascritto nell’esperimento possa entrare nelle cellule, né che si integrasse col genoma dell’ospite. La situazione vista dai ricercatori è del tutto artificiale. Utilizzano cellule cancerogene del fegato coltivate in laboratorio, che nulla hanno da spartire con le cellule sane dei polmoni. Ma anche in questa condizione fittizia sono gli stessi dati riportati a smentire l’idea di una trascrittasi inversa. Manca proprio un controllo che dimostri il fenomeno.

L’affermazione si basa sul fatto che antichi elementi retrovirali integrati nel nostro genoma, gli elementi LINE1 – continua Bucci -, si attiverebbero alla vaccinazione causando una retrotrascrizione del genoma dell’RNA del vaccino, consentendo così la sua integrazione genomica. […] Basta questo a mostrare come la conclusione non regge: gli elementi LINE1, che sarebbero mobilizzati dal vaccino, in realtà nelle condizioni sperimentali utilizzate si mobilitano per proprio conto in assenza ben di più che in presenza del vaccino.

Montagnier e l’epigenetica

Molto probabilmente quando Il Paragone sostiene che lo studio di Lund darebbe ragione a Luc Montagnier, fa riferimento a precedenti affermazioni dello scomparso premio Nobel, che alludono all’epigenetica, termine usato per «descrivere tutte quelle modificazioni ereditabili che variano l’espressione genica pur non alterando la sequenza del DNA». Ne avevamo trattato qui.

L’idea che i vaccini a mRNA potessero alterare il DNA è stato più volte cavalcato negli ambienti No vax, senza mai presentare autentiche prove in merito, come abbiamo spiegato in più occasioni negli articoli del progetto Open Fact-checking (quiqui e qui).

Conclusioni

Lo studio di Lund per come e stato condotto, e a giudicare dagli stessi dati che riporta, non dimostra che i vaccini a mRNA possano venire inversamente trascritti in DNA dalle nostre cellule e integrarsi al nostro genoma.

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