Superbonus, proroga alle cessioni e apertura alle partite Iva: le soluzioni per sbloccare i crediti delle imprese edili

Sono 33 mila le imprese che rischiano il fallimento perché non riescono a vendere il credito, proprio uno degli aspetti che ha reso il Superbonus tanto popolare tra clienti e ditte

Il governo e il parlamento sono allo studio di una soluzione per sbloccare i crediti del Superbonus 110%. La situazione si è incagliata quando sono terminati i fondi stanziati, e le banche hanno quindi deciso di chiudere all’acquisto dei crediti delle imprese edili. Sono 33 mila (il 48,6 per cento del campione) le ditte che rischiano il fallimento, avverte la Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Cna). Ditte che hanno iniziato i lavori senza farsi pagare dai clienti, perché contavano di vendere il credito alle banche. Ma che ora si trovano bloccate, senza sapere come trasformare il credito in liquidità per pagare tasse e dipendenti. Sul piatto ci sono tre soluzioni che potrebbero arrivare con il decreto aiuti della prossima settimana.


Un anno di tempo in più per la cessione dei crediti

La prima mossa – riporta il Messaggero – è un anno di tempo in più per effettuare le cessioni del credito agli istituti bancari, che quindi dovrà essere veduto entro il 2023 e non più entro il 2022. Secondo la Cna, ammontano a 2,6 i miliardi di euro di crediti interessati dalla proroga. Le imprese potrebbero così respirare e cercare un compratore con calma, in un momento in cui le banche hanno chiuso i rubinetti, e trovarne uno è virtualmente impossibile.


La cessione del credito alle partite Iva

La seconda mossa è l’apertura delle cessioni ad altri enti oltre a quelli già previsti. Al momento, solo le banche possono acquistare i crediti delle imprese edili. Gli istituti finanziari possono poi scambiarsi tra di loro i crediti, o, dopo due tentativi falliti, cederlo a una grande impresa loro cliente che ha problemi con il fisco (possibilità introdotta con il decreto aiuti del 17 maggio scorso), che verrebbero così appianati. Nel piano del Parlamento è previsto l’apertura di quest’ultima cessione a tutte le partite Iva clienti della banca con un bilancio superiore a 50 mila euro, che svolgerebbero una funzione non dissimile da quella delle grandi imprese con problemi fiscali. Alle partite Iva verrebbe inoltre garantito un piccolo guadagno.

Usare il credito per acquistare Btp

Le banche, infine, premono affinché venga consentito l’uso dei crediti per acquistare Btp decennali, soprattutto dopo l’annuncio dell’Ue dello stop agli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi membri. In questo modo, sarebbe appunto lo Stato a liquidare il credito, ma nel farlo rifinanzierebbe parte del suo debito. Pare che quest’ultima idea incontri il favore di quasi tutti i gruppi parlamentari, dal Movimento 5 Stelle alla Lega e potrebbe diventare la chiave per sbloccare una misura che al presidente del Consiglio Mario Draghi «non piace».

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