Salvini e Meloni (ancora) divisi sullo scostamento di bilancio. Lega: «Necessario». FdI: «Non è la soluzione»

Il leader di Forza Italia tenta di mediare tra le due posizioni: «Se sarà necessario, lo concorderemo con l’Europa»

Botta e risposta nel centrodestra sullo scostamento di bilancio per affrontare, tra l’altro, il caro-energia e far fronte all’emergenza bollette. A quattro giorni dal voto, Matteo Salvini – a 24 mattino su Radio 24 – va all’attacco di Draghi sostenendo nuovamente come sia necessario uno scostamento di bilancio. «Mi rifiuto di pensare che un economista attento come Draghi non si renda conto del bisogno che c’è di un nuovo intervento», afferma il leader della Lega, che rincara: «Chi chiede tempo e dice che si possa aspettare sbaglia: vale per Fratelli d’Italia e per il Pd». Immediata la replica di Giorgia Meloni per la quale lo scostamento del pareggio di bilancio «Non è la soluzione». «È un pozzo senza fondo perché – continua la leader di Fratelli d’Italia a Rtl 102.5 – sono soldi che regaliamo alla speculazione». Il punto di arrivo per Meloni è «il disaccoppiamento dei costi di gas ed energia, che è un misura strutturale». Silvio Berlusconi tenta, invece, di mediare le posizioni degli alleati. «Metteremo tutte le risorse necessarie contro il caro-bollette e credo – continua il leader di Forza Italia a Mattina 5 – sia possibile farlo con le risorse di cui disponiamo. Non permetteremo a nessun costo e in nessun caso che gli aumenti dell’energia si scarichino sulle bollette pagate da imprese e famiglie» e questo intervento, secondo Berlusconi, si farà «se possibile anche, e io lo credo, evitando uno scostamento» di bilancio. Ma se alla fine scostamento dovrà essere, ha spiegato, «lo concordiamo con l’Ue».


Che cos’è lo scostamento dal pareggio di bilancio

Si tratta dell’autorizzazione che il governo chiede al Parlamento per aumentare il deficit rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio approvata in precedenza da Camera e Senato. Un’autorizzazione fatta di fronte a una reale esigenza di reperire ulteriori fondi per far fronte a un’emergenza nazionale. Un esempio. Il governo Conte bis è ricorso per cinque volte allo scostamento di bilancio per fronteggiare l’emergenza Covid: quattro volte nel 2020 e una volta nel gennaio del 2021. Per un totale di 140 miliardi. Anche il governo Draghi ha fatto ricorso – una volta nel 2021 – a questo strumento, quando ha approvato il documento di economia e finanza, portando il conto finale a 180 miliardi. In sintesi, quando l’esecutivo non dispone di fonti alternative di finanziamento e non vuole ricorrere a tagli di spesa e a nuove entrate per trovare le risorse necessarie, chiede lo scostamento del pareggio di bilancio. L’art. 81 della Costituzione (riformato nel 2012) prevede il ricorso a un maggiore indebitamento «previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali». Con il via libera della Commissione europea e l’approvazione del Parlamento, l’esecutivo si finanzia emettendo titoli del debito pubblico, quindi aumentando deficit e creando nuovo debito. Debito che – secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia nel mese di luglio 2022 – ammonta a più di 2.770 miliardi. Rispetto al dato dello stesso mese dello scorso anno (2.726 miliardi di euro) il debito pubblico è cresciuto di quasi 45 miliardi.


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