Draghi invia la relazione sul Pnrr alle Camere: «Risultati significativi»

Il presidente del Consiglio uscente sottolinea la possibilità di «revisione degli investimenti, ma non delle riforme»

Dopo il botta e risposta sul Pnrr tra il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che, nelle prossime settimane, dovrebbe ricevere formalmente l’incarico per formare, presentare e guidare il nuovo esecutivo, l’ex numero uno della Bce, come da previsioni e da attese, ha messo nero su bianco la stato dell’avanzamento dei lavori del Piano nazionale di ripresa e resilienza, inviando al Parlamento la relazione ufficiale sullo stato dell’arte della realizzazione dei risultati, dei traguardi e degli obiettivi raggiunti. Nel documento, il presidente Draghi ha rimarcato «l’intensa attività svolta dall’inizio dell’anno e i risultati raggiunti» dall’esecutivo uscente, sottolineando come i risultati conseguiti siano stati «significativi», grazie al raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti per il primo semestre del 2022, ragion per cui l’Italia «presto potrà ricevere altri 21 miliardi di euro». Nella relazione il premier ha sottolineato inoltre che «la fine della legislatura ha richiesto uno sforzo supplementare per fare in modo che, dopo le elezioni, si potesse ripartire da una posizione il più avanzata possibile» e dunque, l’attuazione del Piano è andata avanti «più velocemente rispetto ai cronoprogrammi originari».


Al contempo, anche fonti della Commissione Europea confermano che, in Italia, hanno confermato che fino a ora è stato rispettato il cronoprogramma di attuazione del Pnrr italiano concordato con l‘Ue. E a confermare che i tempi e gli obiettivi sono stati rispettati, spiegano le stesse fonti, ne è prova anche il via libera alla seconda tranche di finanziamenti da parte di Bruxelles per l’Italia. Nel documento inviato alle Camere, il presidente Draghi ha poi sottolineato che «entro il secondo semestre 2022 dovranno essere realizzati 55 risultati (39 traguardi e 16 obiettivi), ai quali è collegata una rata di 21,8 miliardi di euro», di cui una parte è stata già data come prefinanziamento. Inoltre, nella relazione, viene rimarcato che «rispetto ai due semestri già conclusi, nel secondo semestre del 2022 si registra un sensibile aumento degli obiettivi da raggiungere, che passano dai 3 dei primi due semestri a 16, a testimonianza del progressivo avanzamento del Piano». Infine, nel documento viene sottolineato che dal 2023, e «in particolare dal secondo semestre del 2023, gli obiettivi saranno prevalenti rispetto ai traguardi (milestone) e il loro peso nell’ambito dei risultati da realizzare crescerà progressivamente».


Ma c’è ancora del lavoro da fare. Dall’inizio del prossimo anno, infatti, viene sottolineato che «gli Stati membri potranno presentare formalmente il nuovo capitolo del Pnrr «dedicato alle nuove azioni volte a conseguire gli obiettivi del Piano REPowerEU e all’aggiornamento del Pnrr». Nella relazione, infatti, viene rimarcato che si potrà procedere «a una revisione degli investimenti previsti dal Piano, ma non delle riforme». E nel documento si legge ancora: «Le circostanze oggettive possono essere addotte per una revisione degli investimenti». Ne è esempio l’invasione russa dell’Ucraina che ha portato a un aumento non prevedibile dei prezzi per l’energia e delle materie prime, e dunque va considerato una «circostanza oggettiva che giustifica una richiesta di modifica», come previsto dall’articolo 21 del Piano. 

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