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Una telefonata tra Letta e Calenda e la Regione: cosa c’è dietro le dimissioni di Letizia Moratti

letizia moratti dimissioni letta calenda
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La «dottoressa» lancia la sua fondazione Lombardia Migliore. E pensa alla candidatura contro Fontana. Ma c'è un problema

Una telefonata potrebbe decidere il destino di Letizia Moratti. Dopo l’annuncio delle dimissioni in polemica con il governatore Attilio Fontana a sentirsi sono stati Enrico Letta e Carlo Calenda. E il colloquio stesso è una notizia, visto che il leader di Azione si era lamentato che il segretario uscente del Partito Democratico non gli rispondeva al telefono. Ma l’argomento era evidentemente troppo importante. Perché i due hanno parlato proprio della possibile candidatura dell’ex assessora alla Salute alla presidenza di Regione Lombardia. E delle sue alternative. Perché in ballo c’è anche il Lazio. E il leader del Terzo Polo propone al centrosinistra un ticket. Che prevede la scelta di un candidato comune. E la corsa insieme. Ma senza il Movimento 5 Stelle sia nel Lazio che in Lombardia.

Cosa vuole fare da grande la «dottoressa»

Non è un mistero che la «dottoressa» – così la chiamano in Regione – abbia sbattuto la porta del Pirellone con l’intenzione di riaprirla da presidente nel 2023. Le voci su un cambio di candidato con Fontana si rincorrono da luglio. A settembre è arrivato lo stop dell’attuale governatore. Con tanto di veleni: «Mi aveva promesso di passarmi il testimone», fece sapere l’ex ministra. Che alla fine non ha accettato la nomina a presidente della Milano-Cortina. Ovvero il modo per “risarcirla” della candidatura promessa. Oggi, racconta un retroscena de La Stampa, le persone vicine a Moratti dicono che «tanto tuonò che piovve». Nel senso che le dimissioni erano nell’aria da tempo e le critiche sulla gestione della pandemia e della vaccinazione erano l’avvisaglia di una conseguenza facile da prevedere. Ieri la «dottoressa» ha dato le dimissioni e poi si è presentata nel suo ufficio a Milano. Dove ha parlato della fondazione Lombardia Migliore, primo tassello della sua nuova avventura. Alla ricerca di «un laboratorio politico aperto a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà».

La telefonata e la candidatura

Un progetto con tre punte. Ovvero la società civile, il Terzo Polo e il Partito Democratico. Anche se nel Pd milanese c’è chi considera tardivo l’addio a Fontana per la costruzione di una candidatura. E chi ricorda che per la candidatura attualmente ci sono i nomi di Carlo Cottarelli e del rettore uscente del Politecnico Ferruccio Resta. Ma proprio sul nome di Cottarelli ha ruotato la telefonata tra Letta e Calenda di cui parla oggi Repubblica. Perché Azione potrebbe essere disposta a sostenerlo, così come potrebbe sostenere l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato nella sua candidatura in Regione Lazio. Ma a patto che dalla coalizione escano i 5 Stelle. Altrimenti, è il ragionamento, Calenda sarebbe pronto a sostenere Moratti con il Terzo Polo. A meno che anche il Pd non converga sull’ex assessora. Anche perché Cottarelli vuole correre soltanto se nella coalizione ci sono Azione e Italia Viva. Per questo Moratti potrebbe diventare la carta per sciogliere un impasse.

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