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L’inesistente genocidio nel Donbass

La narrazione di un esercito ucraino “nazista” ed estremamente violento contro le popolazioni del Donbass viene sostenuta da diverse notizie inventate e promosse dai media russi. Uno dei più noti e raccapriccianti è quello di un fantomatico di un bambino e di sua madre da parte dell’esercito ucraino a Slovyansk, a seguito della sua liberazione dalle forze russe. A diffondere il racconto è stato il canale “Channel One” (1TV) attraverso un servizio mandato in onda il 12 luglio 2014, dove una donna di nome Galina Pyshniak sosteneva di essere stata testimone oculare dell’atto criminale: i nazionalisti ucraini avrebbero crocifisso il figlio di un miliziano separatista, per poi legare a un carro armato la madre trascinandola in piazza fino alla morte davanti agli occhi dei residenti. Ciò che risulta curioso è che a seguito dell’arrivo dell’esercito ucraino a Slovyansk, avvenuto il 6 luglio 2014, il filosofo russo Alexander Dugin pubblico 3 giorni dopo – e prima della falsa testimonianza di Galina Pyshniak – un post Facebook dove denunciava un fantomatico genocidio da parte dei nazionalisti ucraini, i quali avrebbero fucilato gli uomini fino ai 35 anni lasciando i loro cadaveri per strada e nelle abitazioni. Il giorno dopo la diffusione del servizio di “Channel One“, un fotoreporter di Novaya Gazeta, la testata giornalistica indipendente russa recentemente colpita dal Cremlino, intervistò i residenti di Slovyansk senza ottenere conferma del presunto atto criminale. Al contrario, i cittadini avevano raccontato al reporter russo che l’esercito ucraino si era comportato in maniera civile con i residenti. A smentire ulteriormente la narrazione del canale televisivo russo e del filosofo Dugin è stato il giornalista Timur Olevskiy di TV Rain.

Non ci sono prove di un fantomatico genocidio attuato dall’Ucraina nel Donbass. Gli unici a sostenerlo sono il Cremlino, per voce dello stesso Vladimir Putin, e gli ambienti filorussi che appoggiano dal 2014 l’invasione russa in Ucraina. Sono presenti due narrazioni: mentre gli ultimi parlano di 14.000 cittadini russofoni uccisi dagli ucraini, durante il discorso del 21 febbraio 2022 il presidente russo Putin cita ben 4 milioni di persone.

A smentire la narrazione del Paese invasore è un rapporto del 27 gennaio 2022 dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani dove viene riportato il numero delle vittime durante il conflitto dal 2014 a fine 2021: almeno 3.404 civili, circa 4.400 membri delle forze ucraine e circa 6.500 membri dei gruppi armati a sostegno dei separatisti. Un ulteriore smentita del fantomatico genocidio arriva da una sentenza del marzo 2022 della della Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu, smentendo a sua volta le accuse di genocidio ad opera della Russia contro l’Ucraina.

Ecco un elenco dei fact-check pubblicati da Open: