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La falsa narrazione dell’Ucraina “nazista”

La narrazione dell’Ucraina governata dai nazisti è una delle basi della propaganda del Cremlino fin dal 2014 con le proteste di Euromaidan, con l’obiettivo iniziale di delegittimare la rivolta popolare filoeuropea a Kiev. L’invasione del 2022 viene descritta come un’opera di “denazificazione” dell’Ucraina “governata dai nazisti”, nonostante l’origine ebrea del Presidente Zelensky e della perdita dei suoi parenti durante l’Olocausto ad opera dei nazisti.

Di fatto, la propaganda russa descrive la rivolta del 2014 come un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti. Questa narrazione venne rilanciata due mesi prima dell’inizio della seconda invasione del febbraio 2022, in un articolo del 18 dicembre 2021 di Russia Today (RT). In Ucraina non c’è stato alcun colpo di Stato e a seguito della fuga del presidente filorusso Viktor Yanukovich si sono svolte regolari elezioni, riconosciute a livello internazionale. Ricordiamo che le proteste che hanno scatenato Euromaidam derivano dal fatto che lo stesso Viktor Yanukovich si era rifiutato, a causa delle pressioni di Mosca, di firmare l’accordo di associazione con l’Unione Europea dopo sette anni di negoziati.

Secondo quanto riportato nell’ottobre 2019 da Russia Today (RT), media finanziato dal Cremlino, i nazisti avrebbero una certa influenza nella politica nazionale. Un’affermazione del tutta priva di fondamento, in quanto durante le stesse elezioni del marzo e aprile 2019 i partiti di estrema destra subirono una disfatta ancor peggiore rispetto a quelle registrate nelle elezioni post Euromaidan. Nonostante l’alleanza dei vari gruppi di estrema destra, la coalizione ottenne appena 315 mila voti su un’affluenza di quasi 30 milioni di votanti, un risultato ben lontano dal minimo necessario per entrare in Parlamento.

Di fatto, la Russia accusa di nazismo un Paese dove è vietata la propaganda nazista (e non solo). Infatti, grazie a una legge approvata nel 2015, per giunta in epoca successiva ai fatti di Euromaidan, l’Ucraina ha messo al bando le ideologie naziste e comuniste. Questa legge venne ampiamente contestata dalla minoranza di estrema destra, dipingendo l’allora Presidente Proroshenko come un “bastardo morto”.

Secondo la propaganda russa, il battaglione Azov sarebbe la dimostrazione di un Paese nazista. Che all’origine paramilitare del battaglione ci fossero combattenti nazisti non vi è alcun dubbio, come raccontato in una nostra inchiesta pubblicata nel maggio del 2022 (123). Dopo la prima invasione russa in Ucraina, avvenuta a seguito di Euromaidan, il gruppo venne riconosciuto come corpo ufficiale della Guardia Nazionale Ucraina, rendendo impossibile la presenza di molti volontari neonazisti per via dei precedenti penali. Alcuni di questi erano e sono stati negli anni leader di movimenti di estrema destra di ispirazione neonazista, contestatori del governo di Proroshenko fin dal 2014.

Ciò che non viene raccontato dalla propaganda russa è che gli ex Azov e i gruppi di estrema destra neonazista ucraina sono dichiaratamente contro Zelensky e contro la NATO. In quanto antisemiti, descrivono sia l’attuale Presidente e gli Stati Uniti come alleati di Israele e del “potere ebraico”. L’Unione Europea, invece, viene descritta come la nuova Unione Sovietica. Un altro elemento che non viene riportato è che Olena Semenyaka, portavoce del nuovo soggetto politico National Corps degli ex Azov, frequentava i circoli conservatori russi, tra questi quello del filosofo Alexander Dugin.

L’accusa di nazismo non viene mossa soltanto contro l’Ucraina. La Russia non nega la presenza di nazisti all’interno del proprio territorio, ma li associa ai personaggi e ai partiti dell’opposizione a Vladimir Putin. Ad esempio, lo storico oppositore Alexei Navalny viene spesso dipinto come neonazista anche grazie a diversi fotomontaggi diffusi dai filorussi. Tutto questo nonostante il Gruppo Wagner, nato nel 2014, risulti fondato dall’ex militare russo Dmitry Valeryevich Utkin, ex tenente colonnello del GRU (il servizio d’informazione delle forze armate russe) e grande ammiratore di Heinrich Himmler, il fondatore delle SS naziste. Oltre ai vari riferimenti di estrema destra appartenenti al gruppo, lo stesso Utkin – fotografato accanto a Putin nel 2016 – viene ripreso a petto nudo mostrando diversi tatuaggi nazisti.

C’è poi la controversa figura di Stepan Bandera, nazionalista ucraino che prima collaborò con i nazisti tedeschi per poi combattere contro di loro per l’indipendenza dell’Ucraina. Nel 2010, l’allora presidente ucraino Viktor Yushenko conferì a Bandera il titolo di “Eroe nazionale”, revocato da un tribunale ucraino pochi mesi dopo. Di fatto, contrariamente da quanto affermato dalla propaganda russa, Bandera non risulta affatto come “Eroe nazionale ucraino”. Un sondaggio del 2021 dimostra come il Paese sia diviso in merito: il 32% dei cittadini considera la figura di Bandera in maniera positiva per l’Ucraina, un altro 32% in maniera negativa, mentre il 21% considera le sue attività sia come positive che negative.

Ecco un elenco dei fact-check pubblicati da Open: