Tre ucraini non sono stati arrestati in Qatar per aver diffuso simboli nazisti (e Al Jazeera non l’ha mai dichiarato)

La testata mediorientale ha smentito la bufala

Nelle ultime ore, mentre in Qatar è iniziato il Mondiale di Calcio che ha attirato tifosi da ogni angolo del Pianeta, sul web è stato denunciato un episodio che riguarda gli ucraini. Sostanzialmente, racconta il presunto arresto di alcuni di loro, che si sarebbero resi colpevoli di diffondere simboli nazisti a Doha. Vediamo cosa (non) è successo in realtà.

Per chi ha fretta:

  • Su internet è circolata la notizia dell’arresto di tre tifosi ucraini in Qatar, fermati con l’accusa di diffondere simboli nazisti
  • La fonte della clip virale sembra essere la nota testata Al Jazeera, il cui logo compare nei frame e alla fine del video
  • In realtà Al Jazeera non ha niente a che vedere con il contenuto
  • La notizia è falsa per diverse ragioni, come ha puntualizzato la stessa testata mediorientale

Analisi

«Tifosi di calcio ucraini sono stati fermati in Qatar. Tre ucraini ubriachi stavano diffondendo simboli nazisti a Doha. Sono stati messi sotto custodia quando hanno aggiunto un saluto nazista e dei baffi da Hitler su un’immagine di Laib, la mascotte dei Mondiali 2022. Prima di essere arrestati, i tifosi ucraini avevano già distrutto oltre 10 poster vicino allo stadio El Bait. Quando gli hanno arrestati, non hanno opposto resistenza. Dovranno rimanere in custodia». Questo è quanto si legge in un video diventato presto virale. La clip, all’inizio, riporta una data e una localizzazione: 20 novembre 2022, Doha (Qatar). Per il resto dei secondi, scritte e immagini vengono accompagnate dal logo di una testata prestigiosa, che viene riportato anche alla fine: quello di Al Jazeera, rete satellitare del Qatar e punto di riferimento per le notizie che vengono dal Medio Oriente.

Riportiamo un esempio di come viene diffuso il video in questione:

Quanto sono intelligenti

3 tifosi ucraini sono stati arrestati in Qatar per aver diffuso e sostenuto apertamente il nazismo nel Mondiale di calcio in corso.

La infografica di Al Jazeera ripercorre la vicenda

Spegnete i Fake media. Passate a l’AntiDiplomatico

Il post e il video provengono dalla testata italiana e filorussa L’Antidiplomatico, già nota a Open Fact-checking (ne parliamo per esempio qui, qui e qui). Il testo proviene un post del 23 novembre 2022 pubblicato sul canale Telegram della testata:

Il video è stato condiviso su Twitter anche dall’Ambasciata russa nel Regno Unito.

I dubbi sul video

Ma la fonte del video in questione è davvero la solitamente affidabile Al Jazeera? A giudicare dalla qualità delle immagini e del montaggio, potrebbe anche sembrare plausibile. E anche il layout delle scritte, tra font e colore, risulta simile a quello solitamente utilizzato dalla testata. Ma allora, perché sul loro sito non vi è traccia della notizia del presunto arresto dei tre ucraini (che peraltro non viene raccontata nemmeno da altre testate sportive ufficiali)?

Le immagini utilizzate, innanzitutto, sembrano foto o video di repertorio. Fanno sì riferimento ai mondiali in corso (ce ne accorgiamo dalle scritte, dagli alberi e dall’architettura dello stadio, come ricostruito dal collega Brecht Castel), ma potrebbero riferirsi a qualsiasi notizia relativa al campionato. La stessa cosa vale per la foto scattata alla tifoseria ucraina, in circolazione almeno dallo scorso febbraio. Strano inoltre che una testata così prestigiosa sbagli a scrivere il nome dello stadio, chiamandolo “El Beit” invece che “Al Bayt”.

L’unico frame che effettivamente potrebbe essere riferibile all’arresto in questione, presenta un’incongruenza: le divise delle forze dell’ordine appaiono infatti diverse da quelle che le forze di sicurezza del Qatar stanno utilizzando nel corso di questi mondiali.

A fugare i legittimi dubbi insorti al cospetto del video, però, è intervenuta la diretta interessata, ovvero Al Jazeera. In un articolo dedicato alla vicenda, la testata bolla il video come falso e enumera diversi motivi per i quali non bisognerebbe ritenerlo credibile. Tra cui:

  • Il video non menziona i nomi, l’età o qualsiasi altra informazione personale sui tre ucraini. Questa omissione contraddice il modo in cui sono scritti i rapporti di polizia o i comunicati stampa. Questo non è il modo in cui Al Jazeera conduce il suo giornalismo.
  • Il video mostra solo un poster “vandalizzato” con La’eeb, senza aggiungere dettagli sulla sua posizione esatta. Manca inoltre una sequenza video che mostri il manifesto “vandalizzato” da almeno due angolazioni.
  • Non ci sono reazioni da parte dei diplomatici ucraini che devono essere immediatamente informati della detenzione di cittadini ucraini, soprattutto se le accuse riguardano la propaganda del nazismo.

Conclusioni

Quello di appropriarsi del nome o del logo di testate affidabili è un modus operandi ricorrente per la diffusione di contenuti falsi o manipolati. Era già successo nel caso di un finto servizio della Bbc riguardo l’attacco a Kramatorsk, sta succedendo adesso con un finto servizio di Al Jazeera. In entrambi i casi, si tratta di bufale a cui si è provato a dare credibilità, facendo cascare molti utenti del web.

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