Allarme Covid in Cina, Pechino sempre più isolata: vertice Ue su possibili restrizioni alle frontiere

Con l’Australia, intanto, si allunga la lista di Paesi che impongono un test negativo per gli arrivi dalla Cina. E Taiwan offre un aiuto nonostante le tensioni politiche degli ultimi mesi

È fissato per mercoledì 4 gennaio il vertice Ue da cui la Cina potrebbe uscirne di nuovo isolata, così come già accaduto nel 2020 con l’esplosione della pandemia di Coronavirus. La presidenza Ue passata in capo alla Svezia da oggi 1 gennaio ha annunciato un incontro con tutti gli Stati membri per discutere una risposta congiunta al tema dei viaggiatori provenienti dalla Cina, da dove continuano ad arrivare notizie di impennate di contagi e vittime per la pandemia. Il vertice era stato fortemente chiesto innanzitutto da Roma, dopo che il governo Meloni ha deciso tra i primi in Europa a imporre i tamponi per tutti i passeggeri in arrivo dal Paese asiatico. «La Svezia – spiega la presidenza Ue nella nota ufficiale – sta cercando una politica comune per l’intera Ue circa l’introduzione di possibili restrizioni all’ingresso».


La stretta in Australia

Dopo l’Italia, diversi Paesi hanno ripristinato i controlli in aeroporto per gli arrivi dalla Cina. Ultima ad aggiungersi alla lunga lista è stata l’Australia, che dal 5 gennaio chiederà ai viaggiatori di fornire un test Covid negativo prima dell’arrivo. Il ministro della Salute australiano, Mark Butler, ha spiegato che la decisione si è resa necessaria per la «mancanza di informazioni complete» da parte di Pechino sull’ondata di casi nel Paese. Circa il 97% della popolazione australiana è coperta da vaccinazione, secondo quanto riportano le autorità sanitarie, che temono comunque la diffusione di nuove varianti che possano mettere a rischio l’immunità di base della popolazione.


L’aiuto di Taiwan

A tre anni dall’esplosione della pandemia a Wuhan, Pechino ha iniziato a rinunciare alla politica “zero Covid“, che imponeva misure intransigenti per il contenimento dei contagi, dopo le proteste sempre più diffuse in diverse città cinesi. Nelle ultime settimane, però, gli ospedali cinesi sono stati travolti da un’ondata di pazienti, per lo più anziani, mentre le farmacie avrebbero sostanzialmente esaurito le scorte di medicinali contro la febbre. In soccorso di Pechino è intervenuta anche la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, che ha offerto un aiuto alla Cina nonostante le tensioni politiche degli ultimi mesi: «Finché ce ne sarà bisogno, siamo disposti a fornire l’assistenza necessaria sulla base di preoccupazioni umanitarie», ha spiegato nel suo discorso di Capodanno, nella speranza che gli aiuti taiwanesi possano «aiutare più persone a uscire dalla pandemia e avere un capodanno sano e sicuro».

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