Sassoli, il ricordo di von der Leyen a Roma: «Non avrebbe mai tollerato la corruzione, apprezzato da ogni parte politica»

Nel pomeriggio la presidente della commissione Ue è attesa a palazzo Chigi per incontrare Giorgia Meloni

È la presentazione del libro di discorsi di David Sassoli l’occasione ufficiale che ha portato Ursula von der Leyen a Roma dove, nel primo pomeriggio di oggi 9 gennaio, inconterà Giorgia Meloni per un atteso vertice denso di punti da affrontare. Nel parlare del testo curato da Claudio Sardo, La Saggezza e l’audacia, edito da Feltrinelli, la presidente ha ricordato prima di tutto la visita che fecero insieme al campo di concentramento di Fossoli, in provincia di Modena: «David – ha detto la presidente – sapeva, anche per storia familiare, cosa era successo prima della nascita dell’Unione europea. Il giorno che è stato eletto presidente del parlamento ha detto “la nascita dell’Europa non è un incidente della storia”». Il ricordo di quella visita fornisce a von der Leyen anche l’occasione per toccare il tema, attualissimo, della corruzione nel Parlamento europeo, il cosiddetto Qatargate, che ha coinvolto soprattutto il gruppo di provenienza dello stesso Sassoli, S&D: «David sapeva anche che la democrazia è fragile e va protetta, non avrebbe mai tollerato alcuna forma di corruzione, tra chi lavora nel Parlamento europeo o nelle istituzioni Ue».


Poi i passaggi che hanno riguardato il suo impegno accanto ai giovani che protestavano contro la scarsa attenzione al cambiamento climatico: «Il messaggio ai leader europei fu forte e chiaro – dice von der Leyen – “Ascoltate i giovani le loro richieste sul cambiamento climatico, il dono che abbiamo ricevuto, il nostro pianeta, è fragile”». Infine, gli anni della pandemia, quando le risorse europee furono dirottate per l’impegno sanitario comune e per aiutare i paesi più colpiti: «Ricordo bene quando David disse “la sopravvivenza dell’unione è in pericolo, rendiamo i nostri cittadini orgogliosi di far parte del’unione europea“. Nessuno puo dimenticare il suo sorriso e i suoi occhi cristallini. Era un uomo gentile e apprezzato da ogni parte politica, “Il presidente buono” (in italiano) lo chiamavano, ma sapeva come combattere, chiese giustizia sociale durante la pandemia ed è stato anche dichiarato “persona non grata” dalla Russia. Speriamo di trovare il coraggio che ha avuto David, bon courage mi diceva sempre lui e io lo ripeto a voi», la conclusione di von der Leyen.


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