Sanremo, Eugenia Roccella risponde a Fedez: «Non siamo contro l’aborto. E anche il Festival è maschilista»

La ministra della Famiglia replica al cantante

Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, risponde oggi a Fedez. Il cantante era andato all’attacco durante il suo intervento al Festival di Sanremo. «Purtroppo l’aborto è un diritto: sì, ma non l’ho detto io, ma un ministro», aveva cantato durante il suo freestyle. Aggiungendo: «A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti ma non lo faccio a spese dei contribuenti». Roccella, in un’intervista a La Stampa, comincia rispondendo proprio su quello: «Noto che l’attacco al governo dalla rete ammiraglia del servizio pubblico, nel pieno del più importante evento televisivo dell’anno, dovrebbe aver rassicurato tutti, da Benigni in giù, sul fatto che le libertà costituzionali non sono in pericolo». Poi Roccella va nel merito. «Non ho visto l’esibizione di Fedez. Vorrei ricordargli però che anche la Rai, che gli ha offerto il palco è a spese dei contribuenti».


Gli elogi a Ferragni

E precisa: «Comunque la citazione è inesatta, e per capirne il senso basta ascoltare la frase intera. Il “purtroppo” era riferito alla sofferenza delle donne che decidono di abortire per evitare una maternità non voluta. Spero che nessuno ritenga che una donna compia questa scelta a cuor leggero», dice a Giacomo Galeazzi. Elogiando però Chiara Ferragni per la scelta di destinare il suo compenso per la kermesse ai centri antiviolenza: «La scelta della Ferragni l’ho trovata seria e apprezzabile. E la difendo anche dagli attacchi che le sono piovuti addosso per il suo monologo. Ferragni è partita da sé, dalla sua esperienza, e già questo mi è piaciuto. E ha sottolineato qualcosa che è ancora una realtà per tante di noi: il sentirsi spesso inadeguate, non all’altezza del proprio compito, sensazione che per i maschi è rara».


Il maschilismo a Sanremo

Infine, Roccella rivendica il ruolo di Giorgia Meloni: «Vorrei ricordare che se l’Italia, dopo tanti anni di politica rigorosamente al maschile, ha finalmente una presidente del consiglio donna, si deve alla destra. Ed è una giovane donna che si è fatta da sola. Senza aiutini e senza sconti. Come si fa a credere che vogliamo riportare le donne a casa? Io vorrei però, proprio perché credo alla libertà femminile, che le donne siano anche libere di essere madri se vogliono. E che possano farlo senza rinunciare alle proprie vocazioni e ambizioni». La ministra alla fine dice che anche Sanremo è maschilista: «Il format è sempre lo stesso: un conduttore rigorosamente maschio e alcune donne che ruotano intorno a lui. Sottolineando così la funzione sostanzialmente decorativa che è loro affidata. Per evitare accuse di bieco maschilismo si permette loro di parlare, di fare un discorsetto su qualche tema serio, ma poi, come è stato fatto con Ferragni, si sottolinea che “ha scritto da sola il suo testo”! Qualcuno fa domande del genere ad Amadeus o a Morandi?».

Lo speciale Sanremo 2023

I testi delle canzoni

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