No! Non hanno usato Midazolam e Remdesivir per uccidere i pazienti Covid

Torna il complotto dei pazienti uccisi per “simulare la pandemia”

Forse vi sarà capitato di incappare in condivisioni Facebook (per esempio qui e qui) dove si sostiene che negli ospedali si sarebbero usati farmaci come Midazolam e Remdesivir per uccidere i pazienti affetti da Covid-19. Si tratta di una teoria del complotto totalmente infondata. Vediamo perché.

Per chi ha fretta:

  • Non esistono prove che negli ospedali di tutto il mondo siano state somministrate dosi mortali di Midazolam e Remdesivir ai pazienti Covid.
  • L’aumentata richiesta di farmaci antivirali e sedativi si spiega già perfettamente con la saturazione dei reparti di terapia intensiva durante le principali ondate pandemiche.
  • Il principale sostenitore di questa narrazione è il teorico del complotto David Icke.

Analisi

Potreste trovarvi di fronte a condivisioni con didascalie simili alla seguente:

TUTTO STA USCENDO FUORI… MITICI , fate girare….Il farmaco incriminato ❗
Viene fuori che, nei reparti Covid li eliminavano utilizzando il l Midazolam e Remdesivir. Serviva terrorizzare, creare tanti morti per escogitare poi, un modo per poter vaccinare liberamente.
Il Midazolam è un sedativo, che se viene impiegato in grande quantità, uccide. Nei reparti covid veniva usato assieme a questo farmaco.
Gli effetti collaterali provocati dal Midazolam sono: gravi difficoltà respiratorie, gonfiore di viso, bocca e gola con conseguenti difficoltà respiratorie e di deglutizione, arresto cardiaco e reazioni allergiche gravi .

La fonte a cui fanno riferimento non è direttamente uno studio scientifico, bensì il post di un sito amatoriale risalente al 16 gennaio. Leggendolo si scopre che la sua fonte principale è il teorico del «complotto rettiliano» David Icke, il quale aveva sostenuto che venisse somministrato il Midazolam nelle terapie intensive per sopprimere i pazienti, in questo modo avrebbero inventato la pandemia. Certo, è pacifico che una overdose di farmaci di questo tipo possa uccidere. Ma quale sarebbe la prova?

David Icke denuncia che in Gran Bretagna – spiega l’autore del post -, in quel periodo morirono migliaia e migliaia di persone anziane a causa del Midazolam, ma i media dissero che erano morte a causa del COVD-19. Come hanno chiamato il fenomeno di tutte queste migliaia di persone che morivano? “La prima ondata di covid”! Siccome non avevano il virus dovevano far credere che ci fosse…

Queste affermazioni risalgono al 2021 e sono state già abbondantemente smentite dai colleghi di Full Fact. Il Midazolam è un farmaco a base di benzodiazepina che può essere somministrato per alleviare le sofferenze dei pazienti in fin di vita, dando sollievo a sintomi come ansia, dolore, nausea e vomito, ragione per cui Icke ha buon gioco nel creare una correlazione tra somministrazione e decesso. Ma il collegamento causale è inesistente. Non stupisce dunque che anche in Italia nel pieno della pandemia risultasse un aumento dell’impiego di farmaci normalmente usati nelle terapie intensive, visto che proprio i pazienti più gravi mettevano in tilt gli ospedali.

L’uso dei farmaci nelle forme gravi di Covid-19

Abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti a un esperto. Il dottor Filippo Testa, anestesista, già medico di Emergency e co-autore della pagina Facebook Pop Medicine, spiega a Open il reale contesto di utilizzo dei farmaci in situazioni così estreme. «Certo che quei farmaci sono stati usati di più – spiega Testa riferendosi al Midazolam -, servivano sedativi perché i pazienti intubati e pronati hanno bisogno di una sedazione profonda e di curarizzazione». Immaginiamo anche l’alto numero di pazienti che saturavano le terapie intensive. «Stessa cosa per il Propofol – continua il Medico -, Il Midazolam è stato usato per mantenere la sedazione nei pazienti intubati in associazione o meno con il Propofol. Anche il Dexdor (un sedativo) è stato utilizzato in maniera estesa».

I No vax contestano in questi casi gli effetti collaterali associati, senza però tener conto che non si tratta di farmaci che si danno alla leggere, bensì in situazioni in cui i pazienti sono in grave pericolo e corrono più rischi di incorrere in complicanze gravi e morire. «Ovviamente l’articolo che mi avete segnalato correla il numero di morti con l’utilizzo dei farmaci – conclude Testa -, ma sono due eventi indipendenti. I pazienti morivano per la gravità della polmonite e per le complicanze. Secondo l’articolo allora può esserci anche la correlazione con il grande numero di Ecg o radiografie che sono state fatte in quel periodo e il numero di morti. Ovviamente non sono le radiografie o gli Ecg a causare i morti».

Un discorso analogo può essere fatto anche per Remdesivir. Si tratta di un antivirale. La sua approvazione in Europa è del giugno 2020. Venne somministrato inizialmente con priorità ai pazienti con forme gravi di Covid-19. Secondo quanto riporta Aifa, dal dicembre 2021 viene somministrato anche ai malati non ospedalizzati:

Veklury (remdesivir) è il primo farmaco ad azione antivirale ad aver ricevuto autorizzazione, con decisione della Commissione europea del 3 luglio 2020 […] Dal 30 dicembre 2021, in seguito all’autorizzazione europea di un’estensione di indicazione, Veklury è indicato anche per il trattamento di COVID-19 negli adulti non ospedalizzati per COVID-19 e non in ossigeno-terapia con insorgenza di sintomi da non oltre 7 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave. 

Conclusioni

È ovvio che nei pazienti con forme gravi di una malattia vengano somministrati particolari farmaci il cui pericolo di effetti collaterali risulterà nettamente inferiore ai rischi che si incorrerebbero senza alcuna terapia farmacologia. Ragione per cui la correlazione tra un maggio utilizzo di determinati trattamenti e il trovarsi ricoverati in terapia intensiva non implica un collegamento causale col decesso di alcuni pazienti: purtroppo nessun farmaco è efficace al 100%. Sostenere addirittura che tali farmaci siano veleni utilizzati per sopprimere i pazienti è tanto grave quanto privo di alcuna fonte scientifica a supporto.

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Valutazione: “FALSO” – «Contenuto senza nessuna base nei fatti. Teorie del complotto che attribuiscono la causa di un evento all’opera segreta di individui o gruppi, che possono citare informazioni vere o non verificabili, ma presentano conclusioni inverosimili. Esempio: dichiarare, senza alcuna prova, che membri del governo sono direttamente responsabili di un attacco terroristico per offrire un pretesto per entrare in guerra» (link).

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