Pippo Baudo, l’amicizia con Costanzo nata con un’intervista: «Quella volta che in Tv facemmo gli scongiuri: era un gigante della cultura»

Il ricordo del conduttore siciliano del lungo rapporto di «stima e rispetto» che lo ha legato a quello che definisce «non solo un gigante della Tv»

«Sa chi mi fece la prima intervista importante? Proprio lui, Maurizio» ricorda Pippo Baudo nel giorno della scomparsa di Costanzo, con cui spiega non c’è mai stata rivalità, anzi. Intervistato da Mattia Marzi sul Messaggero, il conduttore ricorda quel primo incontro: «Era il 1960, l’anno delle Olimpiadi di Roma. Maurizio scriveva sul settimanale Grazia. Fu il primo grosso personaggio che conobbi: la nostra amicizia nacque così». L’ultima volta che i due giganti della Tv italiana si sono ritrovati faccia a faccia davanti alle telecamere era stato nel 1998, quando Costanzo lo ospitò in una puntata del talk show L’intervista, tra gli ultimi programmi creati dal giornalista. In quell’occasione ci fu spazio per una gag tra i due, quando osservando una foto con Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Corrado del 1967 dal programma del varietà “Sabato sera”, condotto da Mina, Costanzo aveva commentato: «Guardando queste immagini mi sono reso conto che siamo vivi noi due. Vogliamo fare gli scongiuri? Tiè, tiè, tiè. Tanto per stare tranquilli». Il conduttore siciliano, oggi 86enne, ricorda con emozione quel momento: «Scoppiammo a ridere. Fu generoso, come al solito: ripercorremmo insieme tutte le tappe della mia carriera e della mia vita. Trovò anche un documento in cui due grandi registi, Antonello Falqui e Lino Procacci, riferivano le loro sensazioni dopo il provino che feci in Rai: “Buona presenza, buon video, discreto nel canto, discreto nel pianoforte. Può essere utilizzato nei programmi minori”. Non era una bocciatura, ma nemmeno una grande promozione».


Il rapporto tra Baudo e Costanzo

I rapporti tra i due sin dal primo incontro sono stati sempre amichevoli assicura Baudo: «Eravamo legati da un rapporto di stima reciproca. Ci rispettavamo. E per me Maurizio è stato sempre uno stimolo. Era intelligente, acuto, oltre che generosissimo. Al Costanzo Show ci sarò stato almeno venti, trenta volte. In ogni occasione regalava un gadget a tutti, una conchiglietta portafortuna: io ne ho una collezione. Il Parioli era un mondo a sé: c’erano storie che si intrecciavano, personaggi che sui generis che affascinavano gli spettatori. Tutti gli dobbiamo qualcosa: è stato rivoluzionario».


La scoperta della morte

Quando ha scoperto della morte di Costanzo, Baudo racconta il suo stupore: «Io sono rimasto senza parole. Non me l’aspettavo. Ho pensato subito a Maria. Nessuno avrebbe scommesso sul loro amore per via delle loro personalità così diverse, invece è stato un legame duraturo, fortissimo». E pensando all’eredità che lascia Costanzo, Pippo Baudo non ha dubbi: «Tutto quello che ha dato allo spettacolo: le canzoni, le sceneggiature, i film. Non se ne va solamente un gigante della tv, ma della cultura italiana. E poi ci resterà il suo attaccamento al lavoro, inteso come servizio per l’intero Paese».

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