Medvedev: «Un arresto del presidente Putin? Sarebbe una dichiarazione di guerra alla Russia»

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: l’Occidente vuole smembrare il paese

Un arresto del presidente Vladimir Putin diventerebbe una dichiarazione di guerra alla Russia. Lo ha sostenuto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev rispondendo alle domande di giornalisti e utenti dei social media. La dichiarazione è stata riportata dalla Tass. Secondo Medvedev se qualcuno decidesse di rispettare il mandato della Corte penale internazionale (Cpi), questo diventerebbe un casus belli. «Immaginiamo – ovviamente, questa è una situazione che non si verificherà mai, sì – ma immaginiamo che accada effettivamente. Un presidente in carica di una potenza nucleare viene, per esempio, in Germania, e viene arrestato. Cosa sarebbe questo? Una dichiarazione di guerra contro la Federazione Russa! In questo caso, tutti i nostri mezzi volerebbero al Bundestag, all’ufficio del Cancelliere e così via». Medvedev ha risposto così al ministro federale tedesco della Giustizia Marco Buschmann. Secondo il quale Berlino dovrà attuare la sentenza della Corte penale internazionale e arrestare il leader russo, se dovesse entrare in territorio tedesco. «Si rende conto che sarebbe un casus belli, una dichiarazione di guerra? O non ha fatto i compiti?», ha concluso Medvedev. Che poi è tornato sul presunto desiderio dell’Occidente di destabilizzare la Russia: «Vogliono dividere il paese in parti abbastanza grandi e negoziare con ciascuna di esse, denuclearizzarle e smilitarizzarle». Secondo Medvedev, tali pezzi avrebbero poi anche «la possibilità di entrare a far parte della Nato, soprattutto in termini di divisione della nostra ricchezza nazionale. L’Occidente non vuole alcuna partnership paritaria con noi, perché non ne ha bisogno. Capiscono solo il linguaggio della forza».


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