Chi sono (e quanto guadagnano) i consulenti e i consiglieri del governo Meloni

Gli staff della premier, del ministro Tajani e di Salvini: ex eletti, preti, registi e calciatori

C’è il regista Pupi Avati, che di recente ha affermato che Lucio Dalla non era gay ma cambiò dopo una cura ormonale. Ma anche l’ex Milan, Atalanta e Napoli Giuseppe Incocciati. E il guru del web di Giorgia Meloni Tommaso Longobardi. Con uno stipendio da 80 mila euro l’anno. I consulenti e i consiglieri chiamati dal centrodestra a Palazzo Chigi, alla Farnesina e al ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini sono in totale 80. Molti di loro sono storici collaboratori od ex politici rimasti senza poltrona. Operano tutti negli uffici di diretta collaborazione con la premier, il ministro Antonio Tajani, oppure Fazzolari o Mantovano. E, spiega oggi Repubblica, per alcuni gli stipendi non sono di poco conto. Per altri invece si fermano a 25 mila euro lordi annui. Ma c’è anche chi dà una mano a titolo gratuito. Incarichi e compensi sono in linea con quegli degli esecutivi precedenti. Ma la mappa dei collaboratori aiuta a capire chi può accedere oggi alla stanza dei bottoni.


La stanza dei bottoni

L’elenco parte da Palazzo Chigi. Lo staff della presidente del Consiglio comprende Patrizia Scurti, capo della segreteria particolare con stipendio da 180 mila euro l’anno. E Giovanna Iannello, coordinatrice degli eventi e della comunicazione che ne porta a casa 160 mila. L’ex direttore dell’Agi Mario Sechi non ha invece ancora visto il suo stipendio pubblicato. Mentre Fabrizio Alfano, già portavoce di Gianfranco Fini, è il vice di Sechi e ne guadagna 120 mila. Nell’ufficio comunicazione c’è anche Alberto Danese come esperto internet e social media: compenso da 20 mila per l’autore de La Voce del Patriota. Il coordinatore del settore amministrativo è Carmelo Dragotta (75 mila euro). Stefania Gallo ne porta a casa 50 mila. Il capo di gabinetto è Gaetano Caputi: 221 mila euro di compenso per lui. Alla Farnesina di Tajani c’è Pupi Avati come consigliere per la cultura. Il suo lavoro è a titolo gratuito. Non lo è invece quello dell’ex deputato Sestino Giacomoni: 50 mila euro.


Consigli & compensi

Incocciati è consigliere per le tematiche giovanili e sportive per 30 mila euro. Emily Rini porta a casa lo stesso compenso. Poi c’è don Matteo Tagliaferri della Congregazione della Missione San Vincenzo de’ Paoli. E stesso stipendio. Il generale Giorgio Toschi presta la sua opera a titolo gratuito. Così come Carmine De Angelis, consigliere per le politiche degli enti locali. Salvini invece ha rispolverato l’ex Armando Siri, che non è stato eletto il 25 settembre: 120 mila euro di compenso come consigliere per le politiche economiche. Gli stessi soldi pagati a un altro ex deputato: Stefano Locatelli. Il suo portavoce Matteo Pandini riceve 60 mila euro, 40 mila sono appannaggio di Alessandro Pansera e Agostino Pecoraro, già nel team di Luca Morisi. Infine, tra gli staff dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio, ci sono il professor Francesco Farri (80 mila euro) e Nicola Guerzoni. Emilio Scalfarotto, dirigente di Fratelli d’Italia a Fiumicino, ne prende invece 85 mila.

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