No! Questa non è una manifestazione a sostegno di Trump dopo la possibile incriminazione

L’episodio risale all’ottobre 2020: i supporter del tycoon si erano riuniti per dimostrargli affetto dopo che era stato contagiato dal Coronavirus

È un periodo intenso per i sostenitori dell’ex presidente statunitense Donald Trump: la procura distrettuale di Manhattan si starebbe preparando a incriminarlo per presunti pagamenti non dichiarati, tra cui spicca il versamento in nero alla porno star Stormy Daniels. L’ex presidente è accusato di aver pagato Daniels nell’ottobre 2016 per evitare che raccontasse ai giornali la sua breve relazione con il tycoon. Il gran giurì di Manhattan, che sta indagando, non ha ancora preso la decisione finale. Ma sui social, sono già iniziate a circolare le fake news.

Per chi ha fretta:

  • Ha iniziato a circolare sui social una clip in cui i sostenitori di Trump sembrano essersi radunati per esprimere sostegno all’ex presidente Usa dopo la recente notizia della sua possibile incriminazione
  • In realtà, le numerose macchine che stanno bloccando il traffico sventolando bandiere a stelle e strisce appartengono a un contesto diverso
  • L’episodio, infatti, risale all’ottobre 2020: i supporter del tycoon si erano radunati per dimostrargli affetto dopo che era stato contagiato dal Coronavirus

Analisi

«Gli americani hanno iniziato a riunirsi alla Trump Tower di New York per esprimere sostegno a Trump in relazione alle voci sul suo possibile arresto. In precedenza, l’ex presidente degli Stati Uniti ha invitato tutti i suoi sostenitori a protestare». Questo testo, condiviso da diversi utenti, accompagna una clip di 30 secondi in cui si vede una strada bloccata da moltissime macchine che sventolano dal finestrino la bandiera a stelle e strisce. Oltre al simbolo americano, appaiono svariate scritte con il nome di Trump e persino un suo ritratto.

Dalla filigrana apprendiamo che la clip è stata condivisa in un canale telegram in lingua cirillica che vanta quasi un milione di iscritti, Путин в (che tradotto significa: «Putin dentro»). Lì lo troviamo pubblicato domenica 19 marzo (un giorno prima che iniziasse a circolare sugli altri social), con una descrizione uguale a quella dei post su Facebook, ma in russo.

L’origine del video

Analizziamo la notizia condivisa, partendo dalla parte vera: la seconda. Trump, a distanza di un giorno dalla notizia della possibile incriminazione, ha realmente lanciato un appello ai suoi sostenitori. Il 18 marzo, infatti, li ha esortati a  «riprendersi la nazione», sostenendo che sarebbe stato arrestato martedì 21 marzo. In un post pubblicato su Truth, rigorosamente in maiuscolo, Trump ha lanciato il suo attacco contro «le fughe di notizie illegali da un ufficio corrotto e altamente politico del procuratore distrettuale di Manhattan», accusato di essere «finanziato da George Soros». Quindi l’allarme rosso lanciato ai suoi seguaci: «malgrado non vi sia prova di reato, e sulle basi di una vecchia favola già sfatata il candidato repubblicano largamente in testa ed ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana». Da qui, la chiamata a raccolta dei suoi sostenitori: «Protestate! Riprendiamoci la nostra nazione!».

Nè l’arresto nè la rivolta popolare, però, sono avvenuti (per il momento). E il fatto che esistano delle riprese di un evento non accaduto si spiega con il fatto che la clip condivisa dagli utenti non è recente, e non riguarda le recenti accuse. Ricordate, infatti, il ritratto che per pochi secondi appare nell’inquadratura? Non è una foto qualsiasi, e lo capiamo dalla scritta che la accompagna: si tratta infatti di una locandina per The Comey Rule, una miniserie sul rapporto tra il direttore dell’FBI James Comey e Trump durante i primi mesi della presidenza di quest’ultimo, dal 20 gennaio 2017.

La serie, però, è iniziata e si è conclusa nell’autunno del 2020. E proprio a quel periodo risale la clip in questione, come testimonia un articolo dell’epoca dal titolo: I sostenitori di Trump chiudono la 5th Avenue per sostenere il presidente colpito da COVID-19. Nel pezzo, che arricchisce il testo con alcune immagini perfettamente sovrapponibili a quelle della clip incriminata, leggiamo che:

Una carovana di oltre 100 veicoli guidati da sostenitori di Trump fuori città ha fermato la Fifth Avenue all’inizio di domenica, l’ultima dimostrazione di sostegno al presidente colpito dal coronavirus. La lunga fila di auto, camion e motociclette era per lo più arrivata in città da Long Island, bloccando il traffico per almeno 30 minuti mentre arrivavano per tifare a gran voce il presidente fuori dalla sua casa nella Trump Tower. Hanno costantemente suonato clacson e sventolato bandiere – con forti canti di “Altri quattro anni!” a sostegno della candidatura per la sua rielezione.

Lo scenario in cui collocare il video, dunque, è quello di una dimostrazione d’affetto in un momento di vulnerabilità per il tycoon, che il 2 ottobre del 2020 risultò positivo al Coronavirus. Dopo aver ripetuto per mesi che il virus «sarebbe scomparso», che era attualmente «sotto controllo» e che gli Stati Uniti erano «a un passo dalla fine della crisi», continuando a tenere affollati comizi. Oltre ad averne sminuito a più riprese la gravità, paragonandolo a una banale influenza che sarebbe scomparsa in primavera.

Conclusioni

Il video che vede un centinaio di macchine strombazzare e sventolare la bandiera americana non riprende i sostenitori di Trump che vogliono dimostrargli solidarietà in vista della possibile incriminazione di cui si sta parlando negli ultimi giorni. Sono sì sostenitori di Trump, ma gli stavano dimostrando il suo affetto nell’ottobre 2020, quando il tycoon venne contagiato da Coronavirus.

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