Marine Le Pen non sta con Giorgia Meloni: «Preferisco Salvini. E la Francia deve uscire dalla Nato»

La leader del Rassemblement National parla di politica europea ed italiana. E vuole fermare le armi all’Ucraina

«Sono euroscettica. Penso che la Francia debba uscire dalla Nato. E basta armi all’Ucraina». Marine Le Pen oggi è prima nei sondaggi: se le elezioni presidenziali si tenessero oggi supererebbe Emmanuel Macron con il 55%. Ma il suo Front diventato Rassemblement National ha spesso avuto exploit che poi si sono tradotti in numeri deludenti alle urne. Oggi però c’è una novità: del suo presidente della Repubblica Le Pen apprezza il terzismo. Ovvero il rifiuto del vassallaggio nei confronti di Cina e Stati Uniti. Ma Marine parla anche di politica italiana. Dice di essere ancora “fedele” a Matteo Salvini. E di non sentirsi la sorella gemella di Giorgia Meloni. Mentre sul fronte interno dice di non sentirsi «una candidata a vita». E che anche se le presidenziali si svolgeranno nel 2027, le europee dell’anno prossimo possono diventare uno spartiacque per l’Europa sovranista.


Il comando generale dell’Alleanza Atlantica

Nell’intervista rilasciata ad Anais Ginori per Repubblica la figlia di Jean Marie si dice «convinta che la Francia debba uscire dal comando generale della Nato». Nel novembre scorso aveva detto di stare con Meloni e contro Macron sull’immigrazione. Oggi dice che dalla premier italiana la divide anche altro: «Resto euroscettica, e ogni giorno che passa lo divento di più. Non sono scettica sull’Europa, ma sull’organizzazione politica dell’Ue. Inoltre, la Francia ha un’eredità politica e un’indipendenza a livello internazionale. Meloni è favorevole alla Nato perché è italiana. Ci sono parti del suo progetto che non condivido. Politicamente mi sento più vicina a Matteo Salvini e non adatto il mio discorso ai risultati elettorali: sono una persona leale».


Le differenze tra Le Pen e Meloni

Per Le Pen la presidente del Consiglio «sta governando senza attirare le critiche agitate dalla demonizzazione in atto prima della sua elezione. La stessa cosa era successa prima che vincessimo le comunali. Questo processo alle intenzioni caricaturale, molto lontano dalla realtà, è un vantaggio per noi. Quando andremo al potere, la gente vedrà che non arriva l’apocalisse, ma anzi una politica di buon senso». E ha un altro punto di differenziazione: «Tutti sosteniamo l’Ucraina, ma io sono contraria alla consegna di armi offensive. Abbiamo delle differenze con Meloni. Nonostante questo, la preferisco al suo predecessore. E poi si sa: in Italia la politica gira veloce».

Il gemellaggio impossibile

Anche su altri temi Le Pen rimarca la sua lontananza dal governo italiano: «Meloni non è la mia sorella gemella. Io voglio darmi gli strumenti per una politica dissuasiva sull’immigrazione, facendo passare con un referendum una riforma costituzionale che sottoponga l’assistenza sociale non contributiva a un certo numero di criteri, riservando gli assegni familiari ai francesi, abolendo lo ius soli». Anche sulla politica estera vuole cambiare tutto: «Se fossi la Presidente, quando lo sarò, la prima cosa a cui penserei è l’interesse della Francia. Fin dall’inizio abbiamo detto: la Russia sta commettendo un grave errore attaccando militarmente l’Ucraina e violando la sua sovranità territoriale e politica. Resta il fatto che il mondo è così com’è, e non come vorremmo che fosse. Perciò farei tutto il possibile affinché la Francia promuova una risoluzione pacifica del conflitto. Per una semplice ragione: non vedo altre soluzioni valide».

Una nuova guerra dei cent’anni

Per Le Pen «o la Russia vince la guerra, e sarebbe catastrofico perché tutti i Paesi che hanno un conflitto territoriale penseranno di poterlo risolvere con le armi. O l’Ucraina vince, e questo significherebbe che la Nato è entrata nel conflitto, e quindi l’inizio della Terza guerra mondiale. Non mi sembra una prospettiva felice. Oppure, continueremo a fornire armi all’Ucraina a pioggia e allora ci troveremo di fronte a una nuova guerra dei cent’anni che, viste le perdite umane, sarebbe una tragedia».

Foto copertina da: Dagospia

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