L’allarme degli psichiatri dopo l’aggressione di Pisa: «Decine di episodi ogni giorno, non possiamo difenderci da soli»

La denuncia della Società Italiana di Psichiatria: «La nostra è la branca della medicina più a rischio, chiediamo sicurezza»

«Vittime di aggressioni quotidiane, non siamo in grado di difenderci da tali violenze». Così in una lettera la Società Italiana di Psichiatria lancia l’allarme sulla sicurezza precaria dei medici ogni giorno alle prese con episodi simili a quello accaduto ieri alla psichiatra Barbara Capovani. La dottoressa, per la quale è stato avviato l’iter di accertamento della morte cerebrale, è stata aggredita sabato 22 aprile all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. E proprio questa mattina è stato fermato il principale sospettato dell’agguato, Gianluca Paul Seung, un ex paziente della dottoressa Capovani ossessionato dalle teorie del complotto, oltre che dalla stessa professionista: sarebbe stato lui, vestito di nero e armato di una mazza, a colpita violentemente con una spranga prima di allontanarsi, ripreso però dalle telecamere di video sorveglianza. Ma secondo la presidentessa della Società Italiana di Psichiatria, Emi Bondi, diffusa poche ore fa, quello accaduto alla dottoressa Capovani non è certo un episodio isolato, ma una delle tante espressioni di violenza a cui nel territorio nazionale sono sottoposti ogni giorno gli psichiatri.


Emergenza quotidiana

«Possiamo eventualmente gestire con le cure i processi alla base dell’aggressività, qualora questi fossero correlati a patologie, ma non siamo in grado di difenderci dalle violenze», spiega Bondi, direttrice del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo insieme a Liliana Dell’Osso, presidentessa eletta della Sip e direttrice della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa. «Non possiamo non lanciare un allarme che riguarda la nostra sicurezza, di medici e operatori, nei dipartimenti di psichiatria e in generale nelle strutture ospedaliere», affermano in una nota, ricordando come «l’aggressione della psichiatra Capovani è solo l’episodio più recente degli ultimi due mesi, dopo quelli avvenuti a Lodi e a Chioggia: ogni giorno riceviamo decine di segnalazioni di fatti minori, ma non per questo meno importanti. Non si tratta di episodi isolati, ma più che quotidiani, quasi orari». La nota evidenzia poi come la psichiatria, secondo i dati Annao-Assomed, sia la branca della medicina «più colpita da questi episodi (il 34%), seguita dai pronto soccorso (20%). Nessun operatore sanitario ne è esente e molti episodi minori non vengono segnalati, mentre dovrebbero essere identificati come eventi sentinella». Una delle precarietà su cui intervenire secondo le due esperte è quella della sicurezza sui luoghi di lavoro: «Che non riguarda solo l’incolumità degli operatori, ma impatta anche sul loro modo di lavorare e riguarda in generale anche il mandato della psichiatria. Perché se gli operatori sanno di poter essere tutelati in caso di necessità, riescono a lavorare meglio».


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