Migranti, la premier francese prova a spegnere l’incendio: «Italia partner essenziale, vogliamo un dialogo pacifico»

Elisabeth Borne rassicura: «La nostra relazione è fondata sul rispetto reciproco, continuiamo a lavorare insieme». Ma il ministro dei Trasporti conferma le critiche a Meloni

Il governo francese prova a ricucire con l’Italia all’indomani dell’incidente diplomatico provocato dalle parole del ministro dell’Interno Gérald Darmanin, che ieri ha attaccato duramente la premier Giorgia Meloni sulla gestione dei migranti. Ad intervenire, dopo una serie di getti d’acqua sul fuoco di uomini del suo governo, è stata nel pomeriggio la prima ministra di Parigi, Elisabeth Borne. Che nel corso di una conferenza stampa con l’omologo belga ha provato ad addolcire l’amaro in bocca lasciato in Italia – non solo dentro al governo – dalle parole di Darmanin. «Voglio ribadire che l’Italia è un partner essenziale della Francia, che la nostra relazione è fondata sul rispetto reciproco e che favoriremo la concertazione e un dialogo pacifico per continuare a lavorare insieme», ha detto la premier di Macron.


Voci dissonanti nel governo francese

Ad andare nella stessa direzione era stato nelle scorse ore il portavoce del governo francese, Olivier Véran, che aveva assicurato ai microfoni di CNews che «non c’era nessuna volontà di ostracizzare l’Italia in alcun modo». E sulla vicenda era poi intervenuto anche il ministro francese delle Finanze di Parigi, Gabriel Attal, convinto che «questo incidente sarà molto presto dietro di noi, perché la Francia ha troppo bisogno dell’Italia e l’Italia ha troppo bisogno della Francia su tutti i temi, e singolarmente, sulla questione dell’immigrazione». Toni diversi da quelli usati però da Clément Beaune, ministro dei Trasporti e fedelissimo di Emmanuel Macron, che nelle stesse ore ha dato pienamente ragione ragione «sul piano
politico» al collega dell’Interno Gerald Darmanin: «L’estrema destra in Italia, come altrove, fa molte promesse ma risolve poco i problemi», ha detto Beaune a Radio Europe 1.


Qui Roma

Ora si attende di capire se le rassicurazioni di vari membri del governo francese, sino alla prima ministra, bastiranno a far rientrare il caso. Dopo le parole di Véran, il ministro degli Esteri Antonio Tajani – che ieri aveva annullato il bilaterale a Parigi con la sua omologa Catherine Colonna proprio in seguito alle parole di Darmanin – era sembrato in un primo momento apprezzare la correzione dei toni da parte di Parigi. «Le parole pronunciate dal portavoce del governo francese vanno nella direzione di chi ha compreso di aver commesso un errore grave, di aver offeso il governo italiano», ha detto il coordinatore di Forza Italia ai microfoni di Rai News 24. Decisamente più critico il ministro in quota FdI Raffaele Fitto, oggi in visita a Palermo: «Devo dire che è stata una vera e propria caduta di stile – ha detto il ministro agli Affari europei -. Ed è anche molto grave e fuori luogo che per coprire tensioni interne si possano utilizzare polemiche esterne. Penso che non aiuti né l’Italia né la Francia, né l’Europa che un ministro possa immaginare un attacco frontale così sguaiato», ha commentato il ministro.

Dopo l’intervista alla Rai, il titolare della Farnesina è però tornato sulla polemica a margine della convention di Forza Italia a Milano: «Ci sono atteggiamenti che non possono essere accettati. Non posso permettere che la mia nazione venga offesa», attacca Tajani. Il ministro poi precisa: «Mi pare che ci sia stata una presa di distanza da parte del ministro degli Esteri e anche del governo francese. Ma il problema dell’offesa e dell’insulto gratuito rimane, è stata una sorta di pugnalata alla schiena». Infine, la presa di distanze dall’etichetta di «estrema destra», usata ieri da Darmanin per descrivere il governo italiano. «Non siamo un governo di estrema destra – sottolinea Tajani -. Alcuni toni si possono risparmiare e mi auguro che siano solo le parole di un ministro in campagna elettorale. Noi non abbiamo nessuna voglia di interrompere le relazioni con la Francia».

Credits foto: EPA/Teresa Suarez | Olivier Véran, portavoce del governo francese (29 novembre 2022)

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